"Il mio nome è John Francis Pastorius III e sono il più grande bassista del mondo".

È nota l'abitudine delle case discografiche di pubblicare periodicamente antologie o cd postumi di artisti morti tragicamente, sui quali aleggia un'aura di leggenda (Jeff Buckley, Jimi Hendrix ecc).
Stavolta è toccato a Jaco Pastorius.

La WB/Rhino ha, infatti, pubblicato un'antologia dedicata al "più grande bassista del mondo", come lui stesso si era definito dinanzi a Joe Zawinul.
Non solo era vero, ma in più Jaco era un compositore capace di sintetizzare generi musicali differenti (Jazz, R&B, Rock, Reggae), fuoriuscendo da etichette e standardizzazioni.

In due cd l'anthology cerca di riassumere il percorso musicale di Jaco: la carriera solista, i successi con Joni Mitchell, le collaborazioni con Pat Metheny, Michel Colombier, Mike Stern, Flora Purim.
Tuttavia gli anni trascorsi nei Weather Report trovano solo un accenno con la celebre Birdland. Inoltre, risalta l'assenza di uno dei tanti duetti con Bireli Lagrene.

Come in ogni operazione ben studiata a tavolino, non mancano gli inediti ed una cura maniacale dei dettagli: fotografie, libretto e confezione cartonata faranno la gioia dei feticisti del settore.

Chi ha conosciuto e amato l'originalità e la bellezza del suono di Jaco Pastorius ha un'occasione in più per rimpiangerlo.
Chi non lo ha mai sentito potrà sorprendersi dinanzi ai virtuosismi di "Continuum" o alla trasformazione di "Blackbird", emozionarsi ascoltando "Midwestern Nights Dream", lasciarsi trasportare da "Goodbye Pork Pie Hat", per poter infine affermare, senza timore d'esser smentito, che Jaco Pastorius era davvero il più grande bassista del mondo.

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