Sono sempre stato una persona che ha trovato, musicalmente parlando, il “plettro” nell’uovo in qualsiasi cosa abbia fatto, visto o sentito, ma dopo aver inserito nel mio lettore CD “In My Room”, primo album di Jacob Collier, il mio mondo è irrimediabilmente cambiato.
E’ cambiato, perché l’album in questione (uscito il 1° luglio del 2016 per Qwest) è, chiaramente a mio avviso, perfetto in ogni sua parte.
Alla voce c’è Jacob Collier cantante 23enne di Londra con gusto in tutto il suo range vocale, con basse profonde e falsetti alla Gallant, al pianoforte, tastiere e vocoder/harmonizer c’è Jacob Collier, pianista inglese ispirato ad Art Tatum dal talento cristallino, sempre dalla Gran Bretagna arriva Jacob Collier, bassista e contrabbassista capace di recitare note all’archetto, così come di realizzare linee pesantemente funky. Non sono solo loro i musicisti, ma anche Jacob Collier alla chitarra, banjo, chitarrino, ukulele e Collier Jacob alla batteria e alle percussioni (qualunque chincaglieria percussiva).
Questo gruppo di musicisti ha realizzato l’album composto, musicato e prodotto da… Jacob Collier.
Ok, la smetto, ma non sto delirando.
Polistrumentista, nasce nel 1994, è figlio d’arte (la madre é insegnante, violinista e direttrice d’orchestra), è sicuramente un predestinato ed é un riproduttore e attuatore di teorie musicali, seguendo ed ampliando la teoria di Ernst Levy, discussa con Herbie Hancock, sulla “armonia negativa”.
Finito immediatamente sotto l’egida di Quincy Jones, benedetto dal suo mentore Stevie Wonder, che ha pianto dopo aver ascoltato la sua cover di “You and I” (premio come “miglior arrangiamento strumentale” ai Grammy Awards 2017), indicato da Herbie Hancock come “a pure genius”, ha voluto racchiudere in un album quello che lui “abitualmente” produce nella sua cameretta. Chi non lo fa?
Le cover: la già citata “You and I” di Stefanino Meraviglia è abbacinante per bellezza e struttura armonica, “In My Room” dei Beach Boys del 1963 offre un pianismo lirico ed una dinamica leggera, mentre la cover dei “Flintstones” di Hanna e Barbera (anch’essa vincitrice di un grammy come “miglior arrangiamento a cappella” alla 59° edizione dei Grammy Awards) è divertente, riuscendo a miscelare le armonie dei Manhattan Transfer con la sfrontatezza degli Swing Out Sisters in un'unica persona, senza tralasciare un assolo di melodica da smascellamento.
Le composizioni originali: “Woke up Today” è un ottimo brano per introdurti a quello che andrai a sentire più avanti con momenti funky, stacchi e ritmiche esaltanti, “Hideaway” ti conduce in un’appassionante malinconia, una stratificazione vocale con amplissimum range vocale ed i controtempati di chitarra e chitarrino sono assolutamente magistrali. Il brano “Down the Line” è un preludio alla combo più funk dell’opera, è un melting pot musicale: da un’introduzione che si rifà ai Take 6, a momenti puramente jazz, con variazioni pop ed un cameo latino-americano. “Saviour” e “Hajanga” sono brutalmente funky, animalesche nel loro modo di colpirti al petto e coinvolgerti fino a farti dimenare in qualsiasi luogo tu possa essere ad ascoltarle. Gli ultimi due componimenti originali sono “In the Real Early Morning” (umilmente la mia canzone preferita), per la quale consiglio fortemente l’ascolto della versione con la Metropole Orkest e “Don’t you know”, brano di cui esiste anche una versione con gli Snarky Puppy ed il sousafonista Big Ed Lee in “Family Dinner Vol. II”. Nel primo compare una citazione melodica a Bob Seger (“We’ve got Tonight”), ma è l’atmosfera riflessiva ed un climax da lacrimazione facile dopo i primi 4’ di brano che lo rendono profondo e personale; nel secondo brano, chiusura dell’album, viene fuori tutta la carica ed il trasporto di un musicista terrificantemente completo come non ne avevo mai conosciuti prima.
Ho visto e sentito cose che voi umani non avete nemmeno mai potuto considerare possibile, ma posso candidamente ammettere che udirlo ed osservarlo live nel suo “One-man Show” a Correggio è stata una delle esperienze più corroboranti, completanti e ascetiche della mia intera esistenza.
Jacob Collier is a beast
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