Sto per parlarvi della band di Antonio Bartoccetti, nome d'arte Anthonius Rex: bistrattato dalla critica dell'epoca, sconosciuto al grande pubblico, umiliato dai produttori ("cambia mestiere" gli fu detto dal futuro produttore degli Area) è considerato attualmente uno degli alfieri del progressive rock italiano, o meglio di quello che sarebbe stato definito dark-gothic. La mia passione per la musica underground, ed in particolare per gli "archètipi" musicali, mi porta a parlarvi di questo particolare e straordinario disco, che ho scopertodi recente grazie ad un fornitissimo negozio di dischi specializzato. Un disco fino al 2001 praticamente introvabile, ristampato su etichetta Black Widow in edizione peraltro limitata. Forse difficile da reperire, ma ne vale la pena. È la prova che raramente gli artisti scalano le classifiche musicali.

Un sound inedito per l'epoca, fatto esclusivamente da un autentico organo di chiesa, dalla chitarra elettrica del leader della band e da voci tenebrose ed ossessive. Uno stile essenziale che caratterizza un album dall'ottima produzione: le percussioni sono praticamente inesistenti, se non per gli accenti, la chitarra è inserita solo in alcuni momenti, mentre a farla da padrone sono una voce monolitica e l'organo monumentale di Charles Tiring. Influenzatissimo dallo stile di Toni Iommi dei Black Sabbath, ed attratto morbosamente dalle tematiche occulte ed esoteriche, Bartoccetti riesce ad inventare un soundmalato, decadente ed oscuro, assolutamente in anticipo rispetto a chiunque altro. Un doom con venature ambient, se proprio volete un'etichetta.

Nell'epoca dell'esplosione del progressive rock, in cui le differenze tra le varie band andavano assottigliandosi, gli Jacula di Anthonius Rex furono qualcosa di veramente alternativo. Veramente straordinario il brano "Triumphatus Sad", violentissimo ma estremamenteragionato, fatto da una chitarra di matrice hard-rock "impastata", ed antesignano di qualsiasi"horror music" italiana. Senza dimenticare la lugubre ed evocativa "Initiatjo", in cuisi fa "sfoggio" della mistica voce femminile di Fiamma dello Spirito: oppure la title-track, lunghissima, che non potrà non affascinare qualunque appassionato del genere. Chiaramente non si tratta di un disco che si "fa ascoltare" facilmente, in particolarele "poesie parlate" di Rex possono annoiare chi si aspetta ben altro da un disco rock. Ma credo che, nonostante la pesantezza di alcuni passaggi, si possa tranquillamente parlare di capolavoro del dark, o dark-gothic che dir si voglia (...siamo nel 1969!). Le parti prog possono riscontrarsi principalmente nelle parti tastieristiche esasperate fino all'estremo, nell'uso sapiente dell'effettistica, e nell'utilizzo della voce come mero strumento. Per rendersi conto veramente di cosa si possa trattare, e della bellezza insita nel sound, è necessario procurarsi il CD.

Ogni altra parola spesa in merito sarebbe nebulosa, inutile, confonderebbe solo le idee. Uniche pecche (e concludo), il fatto che "per divertirsi" il nostro abbia in seguito realizzato techno ("droga musicale", a sentire le sue parole), cosa peraltro mai rinnegata, ed un moto di orrore per il nome della band, che deriva da quello di un fumetto horror-porno dell'epoca: una scelta veramente "trash", come diremmo oggi. Probabilmente l'unico modo per distinguersi nettamente dai vari grandi gruppi, allora in formazione. Ma ora i "dischi" techno no, per favore...

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