I Jadis sono di certo uno dei gruppi di punta del cosiddetto new prog inglese anche se non hanno mai raggiunto il relativo successo di altri esponenti del genere quali Iq o Pendragon (i Marillion rappresentano un caso a parte…). A dire il vero un motivo può essere trovato nel fatto che, dopo un inizio piuttosto brillante e promettente, le loro quotazioni sono iniziate a calare con i dischi successivi. Se "More Than Meets The Eye" era un piccolo gioiellino, graziato da un perfetto equilibrio tra progressive e melodie accessibili (nell'accezione positiva del termine), tra la chitarra romantica di Chandler e le tastiere raffinate di Orford (che all'epoca si divideva tra Jadis e Iq), già il successivo si mostrava molto più sbilanciato e leggero (questa volta detto in un'accezione un po' più negativa).

"Across The Water" infatti, pur essendo ancora un disco piacevole da ascoltare, vedeva la chitarra di Chandler soverchiare le tastiere di Orford sia a livello di arrangiamenti che di struttura stessa delle canzoni fino a creare una sorta di pop-prog che già fece storcere il naso agli appassionati. Il terzo disco, "Somersault", che purtroppo non ho avuto la possibilità di ascoltare, segnava l'abbandono di Orford e del bassista Jowitt (anche lui a metà con gli Iq) e pare fosse (almeno a leggere le recensioni del periodo) ancora più lontano dagli intrecci romanticamente orecchiabili che caratterizzavano i lavori iniziali della band.

"Understand" rappresenta il quarto lavoro in studio della band e vede il ritorno proprio dei transfughi Orford e Jowitt lasciando sperare, almeno sulla carta, in un ritorno alle coordinate stilistiche del disco d'esordio. Dispiace deludere i lettori ma tutto ciò non si è verificato ed il paragone tra "Understand" e "More Than Meets The Eye" risulta decisamente impietoso. Intendiamoci, non si tratta certo di un brutto disco in quanto questo "Understand" è pregno delle caratteristiche che caratterizzano i Jadis: belle linee melodiche, riff accattivanti, assoletti di chitarra romantici, raffinati arrangiamenti e ottima produzione. Cosa c'è che non va allora, chiederete voi? Semplicemente si tratta di un disco assolutamente privo di anima, di cui vi scorderete 10 minuti dopo averlo finito di ascoltare. Un disco leggero come una brezza primaverile, se vogliamo essere poetici, un disco tutto sommato inutile se vogliamo essere magari più cattivelli ma di certo più realistici. Solo per fan sfegatati.

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