Autentici eroi dell'underground metallico a stelle e strisce, i Jag Panzer non hanno mai raccolto quanto meritavano. Partiti nei primissimi anni Ottanta dallo stato del Colorado, hanno avuto una carriera tutt'altro che costante, tra scioglimenti, reunion e abbandoni, ma sempre all'insegna dell'heavy metal più puro ed incontaminato. Insieme ad altri pezzi da novanta come Helstar e Vicious Rumors avrebbero di fatto posto le basi di quello che è oggi comunemente definito power metal americano, ben distinto dal cugino europeo e soprattutto tedesco. Se Helloween e soci, infatti, avrebbero con gli anni costruito carriere di tutto rispetto puntando su virtuosismi, velocità e melodie, dall'altra parte dell'oceano il power sarebbe stato caratterizzato da ritmi serrati, potenti riff e voci stentoree che pagavano il giusto tributo ai maestri Judas Priest. Nonostante la nutrita discografia i Jag Panzer vengono prevalentemente citati per il loro album di esordio, quell'"Ample Destruction" del 1984 che ai tempi fu un piccolo successo metallaro e che mostrava le coordinate per una via americano al metallo pesante. Paradossalmente il gruppo ha incontrato con gli anni più di una difficoltà a ristampare proprio quel disco, soprattutto a causa di incomprensibili veti posti dal chitarrista Joey Tafolla, ai tempi ascia, insieme alla colonna Mark Briody, del quintetto. La volontà di rendere quel materiale nuovamente disponibile ed il fatto che si trattasse, almeno nel suo genere, di un classico ha quindi spinto il gruppo a riregistrare buona parte di quei brani, ovviando ad una situazione di stallo dalla quale sembrava impossibile uscire. "Decade Of The Nail-spiked Bat", pubblicato nel 2003, si presenta quindi come un doppio cd che ripropone il meglio del primissimo repertorio del quintetto americano, il tutto unito a qualche vecchia demo alla quale viene data finalmente una veste ufficiale e a qualche altra chicca. La copertina stessa che introduce il lavoro fa capire benissimo quale vuole essere l'attitudine dell'opera: si tratta infatti del dipinto preparato ai tempi per il secondo album del gruppo, quel seguito di "Ample Destruction" che, all'epoca, non vide la luce, con i Jag Panzer che si sciolsero poco tempo dopo. "Reign Of The Tyrants" recupera subito uno dei pezzi più vecchi del gruppo e ne rappresenta a pieno lo stile: un power metal quadrato e potente, con una sezione ritmica sostenuta ed un cantato debitore di ugole come Rob Halford e Bruce Dickinson, quindi, come già spiegato, ben distante da quel power metal europeo tutti ritornelli e melodie che avrebbe furoreggiato dieci anni più tardi. Visto che la raccolta in questione propone materiale molto datato è normale che, in più occasioni, si ascoltino brani scritti da musicisti giovani e che non erano ancora in possesso di uno stile ben definito e che anzi, in più momenti, tradisce le influenze del periodo. Se "Eyes Of The Night" paga il giusto tributo ai Rainbow di Dio, "Metal Melts The Ice" ricorda certi brani dei Judas Priest più pesanti. "Decade Of The Nail-spiked Bat" non perde occasione per rileggere più di un pezzo ("The Church", "Spirit Suicide") da quel "Dissident Alliace" del 1994 all'epoca stroncato senza mezzi termini. Se il risultato finale è più che buono, mostrando quindi come anche su quel disco, evidentemente, ci fossero diversi spunti interessanti, lo stesso Mark Briody, nei commenti presenti all'interno del libretto, spiega come spesso i brani finiti sul quell'album fossero distanti da quelle che erano le intuizioni iniziali, segno evidente che, a distanza di anni, gli stessi Jag Panzer non fossero rimasti soddisfatti del lavoro finito e di come quei pezzi avessero bisogno di essere rilavorati. Oltre a qualche canzone meno nota rivisitata per l'occasione ("Forsaken", "She Waits"), comunque, appare chiaro che lo scopo ultimo di questa antologia fosse di rendere nuovamente disponibili i brani degli esordi ed infatti, scaletta alla mano, l'ep "Tyrants" e lo storico "Ample Destruction" sono presenti praticamente nella loro interezza. La produzione è buona, pulita quanto basta per mettere in risalto i singoli musicisti, così come è davvero ricco di informazioni il libretto interno. Un lavoro come questo "Decade Of The Nail-spiked Bat", per forza di cose, vuole essere rivolto a due tipologie di ascoltatori ben precise, ovvero i fan più accaniti, che posseggono gli album originali ma che ci tengono a riascoltare queste rivisitazioni, ed i neofiti, dando loro la possibilità di partire da una selezione dei pezzi più rappresentativi dei primi dieci di vita del gruppo, nella speranza, naturalmente, che vadano poi a recuperare anche i restanti capitoli di questa storica formazione del metal americano.


Jag Panzer:

  • Harry "The Tyrant" Conklin, voce
  • Rikard Stjernquist, batteria
  • John Tetley, basso
  • Chris Broderick, chitarre e tastiere
  • Mark Briody, chitarre


Disco 1

  1. Reign Of The Tyrants
  2. Eyes Of The Night
  3. The Church
  4. Metal Melts The Ice
  5. Forsaken
  6. Fallen Angel
  7. Battle Zones
  8. Warfare
  9. Tower Of Darkness
  10. Licensed To Kill

Disco 2

  1. Generally Hostile
  2. The Watching
  3. She Waits
  4. Edge Of Blindness
  5. Spirit Suicide
  6. Iron Shadows
  7. Black Sunday
  8. Symphony Of Terror
  9. Death Row
  10. The Crucifix







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