Dopo poco meno di una diecina d'anni Jake E. Lee sforna il suo secondo album solista (l'ultimo era  stato il controverso "A Fine Pink Mist" nel '96). Certo, due album in 15 anni non sono moltissimi, soprattutto se si considera il genio e la classe di questo terrorista della chitarra, artefice dell'album di più complesso e affascinante della carriera solista di Ozzy, "The Ultimate Sin".

Ma non divaghiamo troppo e vediamo di ascoltare questo "Retraced", album di cover che vuole essere un tributo di Jake alla musica che da sempre gli suona in pancia: Procul Harum, Trapeze, James Gang, Johnny Winter, Montrose... Si parte con "Whiskey Tain", vecchio pezzo dei Procul Harum: un riff sporco e cattivo fa a gara con la voce di Chris Logan per vedere chi graffia di più. Linee strutturali semplici, il brano è bello dritto e si basa tutto sulla forza del dualismo tra voce e chitarra. Anche in "Evil" i suoni e le atmosfere sporche sono le protagoniste assolute. C'è un bel riffettone a giro che segna tutta la canzone, ma la voce è un gradino sopra a tutto il resto. "Way Back To The Bone", vecchio dei Trapeze (vedi alla voce Glenn Hughes) inizia con un  riff sincopato e quasi abbozzatto che si trascina per tutta la canzone. A tenere su tutto il brano ci pensa la batteria di Aynsley Dunbar, ma è impossibile non accorgersi delle plettrate e dei suoni acidi di Jake che marchiano a fuoco ogni nota. "I'll Be Creepin'", pezzo dei Free è invece un brano quasi liquido, se non fosse per la chitarra che sembra quasi stridere con l'atmosfera scazzata della canzone. Questa potrebbe essere l'impressione che si ha ascoltando le prime 4 battute, ma poi ci si lascia trascinare dal feeling e dal suono schizofrenico di Jake. In perfetto stile blues (e, sound a parte, quasi claptoniano!) l'assolo centrale. Con "Woman" esplode lo scazzo sudista di una America battuta da un sole a 50°, con un riffettone dondolante che si ripete per tutto il brano. "A Hard Way To Go" è secondo me il brano più bello dell'album: chitarra e voce si rincorrono e si sfidano in un pezzo senza troppe pretese, ma che riesce a trasmettere in pieno il senso di tutto l'album: sesso, birra e rock & roll.

In definitiva un disco che si ascolta volentieri, con suoni e atmosfere che ormai sembrano quasi estinte, ma che arrivano dritte allo stomaco.

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