Alla fine che importa?

Stare sul ciglio della strada, seduto dietro a due nere "esse" di gomma disegnate sulla provinciale.

Stare sul ciglio della strada a fissare un fosso, fra gli arbusti al margine della carreggiata, fra i granelli di asfalto, che si staccano sotto il compulsivo gesto dei polpastrelli, fra i brandelli di vetro sparsi tutt' attorno. Nelle orecchie un fischio ovattato.

Notte, silenzio, e un groviglio di lamiere affondate in un fosso.

Distrarsi per un secondo, e ritrovarsi fra solitudine e caos.

Retrogusto di sangue in bocca e uno zigomo gonfio come un limone. 

All'orizzonte le luci della città giocano con lo smog in un'insana bolla rossa. Milioni di vite si muovono, producono, e si disperano in quel tumore lampeggiante. Qui tutto è fermo, il tempo lo scandisce il fiatone, figlio di rimorso e paura. Sarà una notte insonne..

Immobile, in attesa.

Il cuore rallenta, il respiro si appesantisce e rallenta. Gli occhi si chiudono.

Ansia e pace in un cocktail surreale. Il tempo di riflettere, di lasciarsi alle spalle la strada la città e il catorcio sprofondato nel fosso. Alla fine che importa? Alla fine cos'è che  importa?

Importa il solletico dell'asfalto sotto ai polpastrelli, importa il colore dell'orizzonte, importa il volto che fa male, importa quest' aria schifa che sempre più lentamente avvelena i polmoni, importa il ritmo lento di un battito cardiaco.

Alla fine è solo silenzioso, solitario, post rock...

"A Filo".

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