Quanta leggenda avvolge questo storico live... la leggenda di un produttore passato alla storia come un perfetto imbecille non volendo far pubblicare a James Brown il suo primo live ufficiale considerando il suo prodotto "la peggior cagata che io abbia mai sentito"!!! La leggenda vuole che Mr. Dynamite sponsorizzò da solo la serata all'Apollo Theatre in quel di Harlem per poi consegnare i nastri al discografico, la leggenda dice che Brown minacciò i suoi musicisti sentenziando che ad ogni errore sul palco sarebbe equivalso un dazio in denaro da pagare (vi rendete conto? li avrebbe multati...), la leggenda ci consegna questo live che entrerà di diritto nella storia della musica... e qui la leggenda diventa realtà!!!
Questo platter una volta messo sul giradischi suda ancora, puzza di sigarette e bourbon, ascoltarlo oggi si capiscono tante cose, anche a cinqunt'anni di distanza si riceve indiscutibilmente una gran dose di adrenalina! Quella notte nasceva il re indiscusso del Soul, venivano consegnate all'errembì le tavole delle leggi. Le 1500 persone che avranno assistito questo live, avranno dovuto passare ore seduti in poltrona una volta tornati a casa per recuperare il fiato perso, i vestiti e i fazzoletti saranno subito stati messi a lavare da quanto inzuppati di sudore, perchè un concerto del genere non si può assisterlo seduti su una sedia attorno ad un tavolino a bere coca cola, a distrarsi guardando il culo delle ragazzine, a chiaccherare con gli amici. Un live così va vissuto dall'intro al medley finale, ci si toglie la giacca, ci si sbottona la camicia, ci si fanno su le maniche e si scende in pista e si segue (fin dove si può sia ben chiaro) Mr. Dynamite and the Famous Flames con la sua sessione di fiati fino ad accarezzare il collasso.
In perfetto stile americano un enorme omone nero ci presenta la band, scandendo a ritmo di soul la scaletta del concerto fino ad urlare insieme al pubblico , e si parte in un tripudio sonoro con "I'll Go Crazy", "Try Me", "Think" e già si ha il fiatone, ma il buon Brown ci fa riposare con "Last Someone" ovvero IL SOUL, brano da un'andatura più ruffiana di un gatto dieci minuti di puro, vero ed unico soul dove James urla, canta, piange seguito dal pubblico come i bambini dietro il maestro. Immenso! Ci si rifanno su le maniche, torna il treno con un medley fulminante che inizia e finisce con "Please, Please, Please", il colpo di grazia poi lo si riceve con "Night Train" sporco pezzo funky, R&B e Black (anche quasi terribilmente ska). Tutto quello di cui ho sentito parlare (e qui torna la leggenda) qui c'è: ci sono le famose grida e urla di James Brown che me lo vedo con camicia pajettata, dentatura più bianca del latte, chilogrammi di oro sparsi su collo, polsi e dita, i botta e risposta col pubblico, la forza dei fiati, l'anima nera del soul!!!
Non avrei mai pensato di trovare tanta adrenalina in un lavoro vecchio ormai di mezzo secolo, invece sono arrivato a 28 anni per capirlo ed a provare invidia per chi c'era quella sera: non credo ci siano esorcisti in gradi di scacciare il demone che ti entra dentro e s'impossessa del tuo corpo a ritmo dei pezzi presenti in questo storico live che ci consegnerà la leggenda Brown; prima ancora di "Sex Machine" e "I Got You": vado a sedermi in poltrona adesso, ho bisogno di riprendere fiato...
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