Wonderland è il sobborgo di Los Angeles, sulle colline di Hollywood, passato alla storia per la famosa strage avvenuta nella notte tra il 30 Giugno e il 1 Luglio 1981, nella quale quattro persone vennero massacrate e una quinta subì lesioni permanenti.

Questo agghiacciante fatto di cronaca è raccontato in questo splendido noir senza fronzoli (appena un’ora e mezza di durata) che non ha paura di buttare fango sul gangster Eddy Nash (il re dei night-club di Hollywood) e soprattutto su John Holmes (il re del porno) che da questo film esce fuori come uno strafattone senza freni, senza cervello e senza palle e riesce nell’impresa di far sembrare persone perbene le fogne umane che frequentava.

Un film stupendo da ogni punto di vista. Le ragioni del suo insuccesso commerciale sono fin troppo comprensibili. Nessuna major hollywodiana ha voluto finanziarlo perché nessuna di loro ha voluto mettersi contro Eddy Nash.  

Un altro grande film sottovalutato e/o dimenticato dove la ricerca della verità assume la stessa importanza della verità stessa, raccontata con un magnifico montaggio non lineare, e con una sceneggiatura che fonde i flash-back alle (autentiche) deposizioni (registrate su carta e nastro ma mai messe a verbale) di David Lind e dello stesso Holmes. Due deposizioni fatte di verità e bugie. Dalle verità di entrambi i racconti abbiamo la vera dinamica della carneficina.

Non possiamo conoscere i veri dettagli. Una cosa è certa. Il re del porno – presente o non presente –  è, senza alcun ragionevole dubbio, complice del pluriomicidio.

La storia processuale e l’incredibile epilogo

Nel processo Stato contro Holmes e Nash, nonostante la deposizione di Lind, Holmes e Nash vengono assolti per insufficienza di prove.
John Holmes muore di AIDS nel 1988.
Poi, nel 2000, a sorpresa, Eddy Nash si dichiara mandante della strage. Per questa ammissione viene condannato a tre anni di reclusione. Avete letto bene: tre anni. Quando il film uscì (2003) era un uomo libero.

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