Con il romanzo “Er ist wieder da” aka “Lui è tornato” lo scrittore tedesco Timur Vermes ha riproposto un tema affrontato più volte da cinema e letteratura: il ritorno di Adolf Hitler. Oggetto pure di una fortunata e buona trasposizione cinematografica, Vermes scrive di un incredibile ritorno del Fuhrer nella Germania di oggi. L’opera ha dei contenuti ovviamente per lo più più satirici, ma che chiaramente inducono a diverse riflessioni di natura politica e sociale e in particolare sulle incongruenze e malfunzionamenti della nostra società. Il film sarà riproposto prossimamente anche in chiave italiana - diciamo così - dal regista Luca Miniero, che racconterà la stessa storia ambientandola in Italia e ipotizzando il ritorno di Benito Mussolini. La sensazione forte è che un’opera brillante e critica come quella di Vermes sarà resa come una specie di farsa. Ma forse questo è solo un mio giudizio negativo - ennesimo - sul cinema italiano contemporaneo. A parte tutte le differenze che ci sono tra Germania e Italia e i diversi modi in cui oggi sono affrontati nazismo e fascismo nei rispettivi paesi.
Questo romanzo dello scrittore James Herbert del 1978 e intitolato “The Spear” (un chiaro riferimento alla “Lancia di Longino”) ambientato in Inghilterra alla fine degli anni settanta, ripropone invece il prepotente ritorno di quello che fu uno dei lati più oscuri del terzo reich: il misticismo nazista e le società segrete come la famigerata Thule-Gesellschaft. La componente più spinta della ideologia nazista e che inizialmente funzionale alla propaganda del pensiero nazionalsocialista, trascendeva in verità ogni progetto politico. Lo stesso Adolf Hitler (che questo culto venerava come una vera e propria divinità) è oramai accertato che a un certo punto volle prendere le distanze da tutto quello che succedeva presso il castello di Wewelsburg in Westfalia, centro iniziatico delle SS e sede operativa del numero due della Germania nazista Heinrich Himmler.
È proprio il ritorno di Heinrich Himmler e dell’occulto quindi il tema attorno al quale James Herbert (1943-2013) sviluppa questa spy-story che vede come protagonista Harry Steadman, investigatore privato e ex agente del Mossad, i servizi segreti israeliani, che ha abbandonato dopo la morte della sua compagna a causa di un attentato e disgustato dalle troppe morti e la troppa violenza di quel mondo. Ma in un giorno apparentemente uguale a tutti gli altri il passato busserà alla porta del suo ufficio e sebbene egli sia riluttante a rientrare in questo "mondo", vi sarà letteralmente trascinato dentro con la forza causa una catena inarrestabile di eventi che lo porteranno drammaticamente a fronteggiare completamente da solo la Thule-Gesellschaft e il più grande complotto mai ordito della storia contemporanea nel mondo occidentale.
Il romanzo di Herbert è ascrivibile al genere fantascientifico ma i suoi contenuti sono effettivamente quelli tipici delle spy-story con delle sfumature horror per i rimandi all’occultismo e ai suoi riti oscuri e per la presenza di elementi sicuramente molto “forti” all’interno della narrazione dove non mancano dei momenti caratterizzati da una certa violenza e brutalità. “La reliquia” (questo il titolo nella versione italiana) comincia molto bene e spinge prepotentemente il lettore a continuare voracemente la lettura fino alle ultime pagine in cui tuttavia il romanzo perde una certa verve e le aspettative vengono in qualche maniera deluse. Non sul piano dei contenuti tuttavia quanto su quello invece della maniera in cui questi vengono raccontati dell’autore.
Per il resto forse il romanzo oggi ci può apparire poco innovativo e originale, ma giudicarlo negativamente sotto questo aspetto sarebbe ingiusto perché Herbert racconta una storia nel suo complesso avvincente e dimostra di conoscere a fondo i riti e le credenze del pensiero mistico nazionalsocialista e allo stesso modo ponendosi criticamente nei confronti di una parte "oscura" del mondo occidentale e in particolare proprio della sua Inghilterra, raccontandoci una realtà tanto spaventosa quanto inquietante e che ciclicamente ci ritroviamo davanti nel corso della storia e dello scorrere del tempo.
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