È notte, e lo sarà sempre.

Otto amici si trovano a cena, mentre passa una cometa (quale? Non si sa, ce ne frega poco)

E all’inizio si rompono i display degli smartphone (ebbene sì) e poi nessuno ha campo (AAHHH! ORRORE!), e il desktop non ha rete, e alla fine ebbene si salta la luce (ohmioddio).

Tutte le case vicine sembrano ugualmente al buio, ma una laggiù invece risplende di watts e lumen.

Da qui inizia un carosello di universi paralleli, sdoppiamenti di persona. meccanica quantistica e gatti di Schrödinger, passeggiate nel buio con barrette fluorescenti multicolori, libri, vetri rotti, dadi, pennarelli colorati, fotografie tagliate e fotografie scattate.

Tutto il film si svolge praticamente dentro un unica stanza, poteva essere una mattonata ma invece affascina e coinvolge e persino “avvolge”, come una spirale che sembra stia per collassare inesorabilmente su se stessa verso un baratro che potrebbe portare all’autoannullamento totale come all’entropia assoluta.

Ma alla fine il giorno arriva e la luce finalmente ci rasserena.

Tutto sembra essersi risolto da solo, un po’ incidentalmente come era iniziato.

Ma forse no….

Il film intriga, e molto, è girato con due lire, non ci sono attori famosi ne il minimo effetto speciale.

Forse più di qualcuno dovrebbe ricordarsi che per fare un BEL film di fantascienza serve prima di tutto una sceneggiatura degna di questo nome, il resto molto spesso sono arzigogoli che fanno solo scenografia.

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