I James si formano nel 1982 e con il primo Album "Stutter", diventeranno pupilli di Morrissey dopo aver fatto da supporter agli Smiths e nell'Album "Laid" avranno la partecipazione di un grande produttore come Brian Eno che li porterà ad una più profonda e complice maturità. Nascono come gruppo di genere folk che in "Gold Mother" viene parzialmente abbandonato per affermarsi nel mondo del (rock) pop che si confermerà inesorabilmente nel successivo "Seven".

Album evocativo che assimila gioia e spensieratezza, intelligente e direi difficile, principalmente spontaneo e parzialmente improvvisato, i sentimenti sono molto attenti e premurosi, impressionanti sono le melodie musicali e le esecuzioni ben scelte e ben cronometrate e ne verranno pubblicate varie versioni.

Tutte le tracce hanno i fiati in primo piano e trombe a soulfull, violini epos, le tastiere perscrutano, una batteria rinascente, il basso e le chitarre sembrano farfalle che svolazzano da un fiore all'altro e la voce di Tim Booth è tribale, brillante e prismatica.

"Come Home" percussioni catapultanti, sintetizzatori aggressivi e chitarre meravigliosamente defatiganti - "Lose Control" la voce calda e una sensuale danza del ventre, mielose chitarre, trombe pittoresche e percussioni che girano tutte intorno a quelle mosse carnali dove la natura umana debole è in opposizione allo spirito - "Government Walls" violini congiuntamente a chitarre e trombe in una potenzialità permanente - "God Only Knows" direi che gli strumenti si impongono con tronfiezza - "You Cant' Tell How Much suffering (On A Face That's Always Smiling)" - svisceratamente pazzoide - "How Was It For You" traccia allegra e percussioni maledettamente instancabili come la voce di Tim - "Sit Down" - cori e strumenti guardano un meraviglioso sole illibato racchiuso in una nicchia trasparente pronto ad esplodere - "Walking The Ghost" traccia pacata e riflessiva, che si perde in un violoncello incurvato nei suoi pensieri - "Gold Mother" un uomo che passeggia fischiettando, cori che lo inseguono e trombe che all'improvviso perdono il senno mentre la fisarmonica rimette in sesto l'apparente pazzia collettiva - "Top Of The World" e dopo tanto chiasso, arriva la traccia conclusiva, sensibile, gracile, tenue e di animo delicato.

Questo Album è una galvanoterapia

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