...eh eh, siamo in periodo Natalizio, e io mi diverto a rompere i corbelli recensendo un gruppo, e un disco, che (purtroppo) a molti stanno sulle palle. Jamiroquai sono come le Saab: o le ami, o le odi. Io penso che se questo gruppo è salito alla ribalta in maniera così preponderante, se la Sony nel 93 decise di investire svariati soldini su questa band... beh, qualche motivo ci dovrà pur esser stato. Io riconosco soprattutto al gruppo di Jason Kay un innegabile coraggio a proporre, anzi ri-proporre, agli inizi degli anni '90, un sound che aveva già avuto stagionati ed apprezzati interpreti nel passato: chi cavolo avrebbe scommesso, in piena era edonistica anni '90, alla riproposizione di un'efficace miscela di pop, funk, soul e venature jazzy. Vi erano già stati ampi esempi, il funky bianco dei Level 42 e compagni, il periodo "cool" metà anni '80 (Sade, Style Council, etc)... eppure, costoro, giovanissimi, nel '93 se ne sbatterono di tutto, e tirarono fuori una miscela che, niente di clamoroso, però funzionava. Un Jason Kay che, odioso quanto volete, però era una validissima alternativa BIANCA a Stevie Wonder (più volte lo hanno accusato di "scimmiottare" il grande vocalist nero, accuse per la verità non troppo fondate...), un Tobey Smith che recuperava coraggiosamente QUEI suoni rubati ai film di Starsky e Hutch (piano Rhodes, clavinet, moog sinuosi), e soprattutto uno Stuart Zender che riportava nuova linfa al basso funk. L'esordio, l'ormai mitico "Emergency on Planet Earth", fu altisonante: frettolosamente inseriti nel nuovo filone "acid jazz" assieme a Brand New Heavies e altri, i nostri si fecero subito distinguere, però, per una maggiore dinamicità ed elasticità musicale, grazie anche ad immediate ed infuocate performances dal vivo, dove risaltavano molti stilemi musicali che altri non possedevano. L'istrionica presenza e vocalità di J Kay, le aperture funky/jazz della band, le pulsazioni ritmiche sempre precise e incalzanti...  La... prova del fuoco arrivò col secondo disco: forse il successo inaspettato, forse il favoloso contratto con la Sony, insomma troppe pressioni fecero in modo che la prova (forse) venisse un po' a mancare. Secondo me no. Anzi. Vi sono delle perle assolute nel secondo disco. Ed una conferma delle enormi qualità della band. Come non rimanere attratti dalla magia di "Half the Man", grande prova vocale su un giro armonico di tastiera (apparentemente ) semplice? "Light Years", tanto per citare il funk "cattivo" di Sly & Family Stone. E per chi crede che costoro siano musicisti semplici semplici, buoni solo per guidare le prime macchinone comprate con i soldi Sony... beh, ascoltatevi "Mr Moon": impossibile non meravigliarsi, un vero gioiello armonico sul quale Jason Kay fluidifica l'ormai celebre voce soul di ragazzo bianco. Il disco si conclude con quella che secondo me è una delle più belle song del gruppo, "Space Cowboy". Piano Rhodes, un piccolo synth liquido liquido, un basso che pulsa da Dio e il folletto inglese che ricama trame vocali estremamente jazzy: praticamente è il manifesto dei Jamiroquai, una canzone che verrà eseguita moltissime volte nei concerti, e spesso con differenti arrangiamenti. Che dire... hanno scritto molto su questo disco, che fu registrato troppo di fretta, che forse le pressioni giocarono un brutto tiro alla band. Personalmente ritengo che l'unica pecca di questo disco sia la pessima qualità di registrazione: per il resto, vi invito ad ascoltarlo e a darmi un parere. Bye

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