A pochi metri dal Paradiso...

Quest'Opera è la prova tangibile che esistono altri mondi e solo pochi ne hanno le chiavi d'accesso, per aprirle e far entrare pochi eletti in rigoroso silenzio.
Jan Garbarek, a mio avviso, è uno di questi. Jan Garbarek, saxofonista etereo norvegese, con questo disco targato ECM (del 1993!) ha dato prova del suo smisurato talento riuscendo a fondere in un solo disco il jazz, la musica sacra, l'ambient e la musica etnica, consegnando alla storia una pietra miliare della musica e dell'arte in generale del vecchio millennio, a chiusura di un secolo tra i più bui dell'umanità.

Paroloni a sproposito? Non credo proprio a giudicare dai numerosi premi e riconoscimenti che la stampa specializzata e la critica mondiale ha riservato a questo capolavoro. In questi 80 minuti scarsi, il nostro "sacerdote", coadiuvato dalla sempre ottima Hilliard Ensamble, trova una personalissima via per far interagire in maniera armonica e sorprendente il seducente canto del suo sax, sempre misurato ed evocativo, con la polifonia vocale sacra del gruppo, portandoci in punta di piedi in territori ancestrali e mondi spirituali al limite del divino.
Un disco incantevole e delicato, che riesce a fondere la misurata presenza del sax agli impasti vocali di stampo classico, senza prevaricarsi mai l'uno con gli altri, ma creando un unicuum di rara intensità e bellezza, che non si è più ripetuta nel disco successivo "Mnemosyne" del 1999, sempre con la stessa formazione.

Nel 1994 ho avuto l'onore di vedere il gruppo in un'esibizione memorabile in una chiesa sconsacrata a Milano e vi giuro, è stato il concerto più emozionante di tutta la mia vita tant'è che verso metà, piansi come un bambino dall'emozione ormai convinto di trovarmi a pochi metri dalle porte del Paradiso. Da allora non ho mai pianto così.

Dedicato a chi cerca oltre (in ogni senso).

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