Anche se più noto per i suoi film d'animazione surreale, questa sorta di "live action" breve è una delle visioni più inquietanti di Jan Svankmajer di morte e decomposizione.
Il film esplora l'ossario elaborato e realizzato al monastero di Sedlec. durante il filmato, con annessa colonna sonora, una guida turistica spiega che la cattedrale è composta da decine di migliaia di scheletri, alcuni dei quali risalenti addirittura al periodo della Peste Nera.
Alcune ossa sembrano avere a tratti la forma di lettere dell'alfabeto, altre ancora di lampadari e tendaggi.
Con grande costernazione della guida ad un certo punto, si nota come alcuni dei teschi sono stati firmati con la penna a sfera (!).
L´ effetto disturbante di queste immagini sembra risiedere in un universo diverso da quello che gia´ di per se la superlativa operazione di fotocamera-sonda di Svankmajer compie attraverso tutta la durata del filmato.
Non si può quindi in conclusione fare a meno di pensare che il regista possa essersi ispirato alle immagini atroci di una fossa comune di qualche vittima tra le tante di quelle che appena due anni prima (colpevole il regime oppressivo dell ´ Unione Sovietica) erano state brutalmente soppresse durante la cosiddetta Primavera di Praga.
Un geniale corto dunque, impreziosito -fin troppo pleonastico dirlo- da un altrettanto fascinoso commento sonoro con liriche in ceco tratte da un poema di Jacques Prevert.
"Il mondo si divide in due categorie di diversa ampiezza... quelli che non hanno mai sentito parlare di Jan Švankmajer e quelli che hanno visto i suoi lavori e sanno di essersi trovati faccia a faccia con un genio" .
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