We have a special need
To feel that we belong
Come with me inside
Inside my velvet rope
Janet Jackson, Velvet Rope
Attraverso questa recensione, intendo chiudere (per il momento, potranno essere presenti in futuro ulteriori occasioni) la mia personale e soggettiva analisi concernente il variegato mondo musicale di Janet Jackson, artista che ho imparato ad apprezzare ed a stimarne le sue doti, prescindendo totalmente qualsiasi scoop, pettegolezzo, storiella piccante, elementi inutili e perniciosi che affievoliscono l'artista in quanto creatore di lavori, opere.
Pur non seguendo un rigido e preciso schema cronologico, intendo racchiudere The Velvet Rope all'interno di una "trilogia" di album comprendente anche janet. e All For You, una trilogia che di per sè non vuole raggruppare tali album per tematiche e sound. Ritengo questi tre lavori il punto di massimo della parabola musicale della Jackson, illustranti la crescita e la maturazione artistica, una conseguente evoluzione dei sounds e dei temi da performare. Un punto di massimo tra i primi due dischi, ancora leggermente acerbi ma già piuttosto ricchi e validi (Control e Rhythm Nation) e gli ultimi lavori, duramente colpiti da feroci e malandrine critiche che più che colpire le opere in sè si sono riflettute su alcuni scandali o pseudo-scandali che non credo di dover ricordare.
The Velvet Rope vede la luce al termine, o quasi, di una lunga battaglia da parte di Janet contro la depressione, di "break down" psicofisico, un dramma che in più occasioni non ha mancato di accanirsi e infierire su grandi artisti e grandi band che in alcuni casi hanno traballato seriamente. Rope è la luce dopo un lungo cammino nell'oscurità: ora la Jackson riassume in un grande e valido album lo stato d'animo, o meglio gli stati d'animo che hanno segnato profondamente la cantante. Attraverso una attenta e profonda introspezione del proprio subconscio, Janet si interroga sulla sua debolezza, sulla sua fragilità, su quel crollo fisico e morale che l'ha portata a esaminare attentamente e minuziosamente la vita al di là dei riflettori e della vita glamour dell'Artista. Il disco diventa lo specchio dell'anima, risollevata ma ancora parzialmente fragile, al quale la cantante esprime al 100% tematiche quali libertà sessuale, concetto di razza, di amore, di non-violenza, di rapporto interpersonale, abbandonando la sua mente e la sua musica a scabrose verità e a scottanti realtà quali sadomasochismo, rabbia, dolore, sesso. Una riflessione particolare, efficace, che punta dritta al bersaglio principale, cioò la mente ed il cuore dell'ascoltatore.
Sembrano lontani i tempi di janet: gli approfondimenti musicali e testuali riguardanti sesso e amor carnale e contenuti all'interno di quel disco, già di per sè molto bollenti, qui si iperbolizzano, trapassando qualsiasi barriera e imposizione, diretti verso l'assoluta libertà del corpo e della mente da lacci e lacciuoli concreti ed astratti.
Ed anche i sound tendano ad una maggiore e più decisa eterogeneità: dal New Jack Swing di janet. si inizia a virare verso sonorità più ricche e dense, ambient, chill-out, Hip-Hop, Dance, Trip Hop, addirittura inserendo sprazzi di quell'elettronica emergente che conoscerà enorme eco proprio a fine anni '90 ed interesserà grandi lavori di altrettanti grandi colleghi/e di Janet. Insomma, un bel calderone di sounds e melodie che garantirà all'album una compattezza e una ricchezza. Sommata l'eterogeneità musicale alle lyrics, altrettanto profonde, quasi misticheggianti, emergerà un'irripetibile opera, un grande capolavoro che ha saputo spiazzare e sconvolgere qualsiasi austero e severo critico musicale.
Cominciamo. La già menzionata Velvet Rope merita già una menzione d'onore, essendo una traccia particolarmente innovativa, mescolante un'introduzione elettronica "esplosiva" ad un R&B maturo confezionato con venature di sounds ambient e chill out. Innovazione che raggiunge il suo culmine con il primo singolo Got 'Til It's Gone, una canzone che può essere annoverata fra le prime produzioni R&B e Hip-Hop moderne, virante fra il black e sporco Rap e il più dolce e luminoso Rhythm & Blues.
Together Again è unanimemente considerata il portabandiera dell'album, in quanto ne rappresenta il più grande trionfo commerciale a livello internazionale: una piacevolissima traccia dance-oriented la quale, sotto forma di canzone commerciale, orecchiabile e facilmente ballabile, narra la triste verità legata alla morte per AIDS di un amico di Janet. Un tributo semplice, immediato, ai malati di AIDS, e a tutti coloro che sono stati sconfitti dalla "peste del XX secolo".
Un leggero e pacato R&B/Hip Hop fa da cornice a My Need, arricchita dalla voce malinconica e nostalgica della Jackson, oltre che da tenui ma pur presenti orgasmi di sottofondo. (I cultori della musica di Janet sapranno con certezza che ciò non rappresenta una grande novità: In janet. (1993) "eccitazioni vocali" e affini sono contenute in tracce come Throb, ndr.). You miscela Pop/R&B/Soul con tracce consistenti di Rock, accompagnate da una tonalità vocale prima rozza, affievolita e stanca, poi improvvisamente distorta, sporca e incazzata.
Plauso per I Get So Lonely, terza release dell'album, una ballata dal forte sapore Jazz/Soul con deliziose venature Pop/R&B; Go Deep ha la capacità di mixare un nuovo e più contemporaneo R&B/Hip-Hop con il già affermato New Jack Swing, mentre per Free Xone occorre lodare una sperimentazione musicale adatta a concretizzare musicalmente le tematiche concernenti l'omosessualità: una sinusoide di Hip-Hop, Jazz, Chill Out, Ambient e R&B prevale sulla voce di Janet, la quale di limita a performare, rappando leggermente, poche ma dirette frasi e parole.
Un'introduzione ambient, fresca, estiva, mediterranea viene più volte bruscamente interrotta da un ritornello rock, pulsante ed energico, ecco una efficace sintesi di What About.
Spingiamoci verso la conclusione dell'album: Every Time è una romanticissima ballata, paragonabile ad Again, leggermente triste e nostalgica, mentre Rope Burn riprende validamente le miscele R&B/Jazz/Soul già applicate ad altre tracce.
L'album, la cui performance commerciale, benchè da 10 milioni di copie vendute nel mondo, sarà leggermente minore rispetto alle precedenti releases, può vantare, a causa della grande ricchezza e vastità di sounds e tematiche affrontate, enormi approvazioni dai vari Rolling Stone & co., certificando definitivamente il talento e la creatività della Jackson. E intanto, con la fine temporanea di depressioni e cali psico-fisici, verranno accantonate un po' queste così serie e spinte tematiche al fine di dare spazio ad una maggiore frivolezza concettuale e musicale: tali intenzioni plasmeranno il successivo All For You, ultimo grande ruggito della Jackson prima dei conseguenti "mugolii" degli anni 2000, i quali, si sa, hanno spento, almeno nella coscienza generale del grande pubblico, l'ardore della Jackson e della sua musica.
Saranno prodotti mal confezionati oppure l'influsso di blandi scoop che hanno irremidiabilmente distrutto la credibilità di questa performer? Chi lo sa!
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