Di questo personaggio sensibilissimo sono state dette tante cose. A me non interessano. Voglio parlare soltanto del suo lavoro: "The velvet rope", probabilmente il culmine di questa artista afro-americana, uscito nel 1996, dopo un lungo periodo di depressione. La copertina, un velluto rosso porpora. Nell'arte il rosso rappresenta il dramma emotivo. Janet è a testa bassa con gli occhi semichiusi.

Il risultato fu il suo album più toccante e più intenso, che ottenne ottime critiche, ebbe grande successo in Europa ma non venne capito dagli americani, anche per il sound sofisticato che si discostava nettamente dalle precedenti produzioni della cantante.

L'abum potrà vantare 7 singoli di successo tra i quali spicca per il suo successo globale e indiscusso "Together Again", up-tempo festosa e allegra che la Jackson dedica a un suo amico morto di AIDS. Nell'album sono trattati altri temi scottanti: dalla violenze subite tra le mura domestiche "What About" al destino dei giovani in "Velvet Rope" per arrivare alla libertà sessuale trattata in "Free Xone"(davvero una chicca). Quello che ne risulta è un album molto curato dal punto di vista dei contenuti. Un album corposo, con ben 23 tracce che ne permettono una accurata analisi e selezione per appagare diversi momenti di ascolto. Siamo in pieno R&B, con venature black e hip-pop, parentesi funky e rokkettare, suoni curati e profondi, ritmi accattivanti ed avvogenti. Per esempio trovo davvero vincente il remixaggio (c'è nascosto qualcosa del vecchio pezzo "Big yellow Taxi") contenuto in "Got til it's gone", un brano davvero accattivante, di scuola rap, ma finissimo e serale.

Sono i suoni morbidi, le arpe, gli archi, la buona orchestrazione a rendere il lavoro completo, brioso e riflessivo. Passate dalla profondità di "Empty" o dalla matrice fortemente fraterna di "What about". Piaque al pubblico "Every time", con la sua serena morbidezza e il remake di "Tonight is the night" di Steward. Formidabile freschezza e analisi introspettiva in "I get Lonely", sussurrata, soul e piena di sofferenza. Triste e delicata anche "Anything" che finisce in uno sciabordio languido: notturna. Estiva, verde, dolce e risorgente l'elegantissima "Special".

Un album succulento, per chi ha voglia di assaggiare un suono modernissimo, R&B, soul, black, elettronico ed elegante. Chi se ne frega se ha venduto 1 o 10.000.000 di copie. Il contenuto è ampio e appagante, a tratti molto commerciale, a tratti per nulla.

Janet non si ripeterà più su questo tenore.

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