Il rock non è morto, ma non sta molto bene, è tenuto in vita dalle macchine musicali di tal Jason Forrest a.k.a. Donna Summer, che facciamo? Stacchiamo la spina?
Io direi di no, perchè questo omunculo fa rivivere quello che più ci piace del rock cambiando il modo di proporlo al pubblico, le strutture sono le stesse che ci aspetteremmo da un buon disco rock, cambiano i suoni, il motivo principale della freschezza incredibile di quest'album, drum-machines e altre diavolerie elettroniche ma anche tante chitarre elettriche e classiche, fiati, pianoforte…
Questo mago Forrest non si limita a risuonare il rock nel 2005 ma propone una commistione di generi marcatissima, si prenda ad esempio la seconda traccia "New Wave Folk Austerity" che parte con un pianoforte chill out che sfocia in un riffettone tamarro-elettronico-metallico, quando ci si comincia a divertire ecco una chitarra flamencheggiante che sembra uscire da "Innuendo", ma la calma dura poco, riecco il riffettone che ci porterà a muovere la testa fino alla fine…
Fare un track-by-track di quest'album sarebbe cosa troppo impegnativa, perchè i rifermenti sono tantissimi e sicuramente non li ho ancora colti tutti, c'è il punk, il blues, il soul, il prog e una spruzzatina di jazz, ma non sono esercizi di stile, è un gioco di citazioni, 50 anni di storia della musica riassunti, compressi ed attualizzati.
L'album finisce con due perle quali "War Photographer" e "Evil Doesn't Exist Anymore", batterie hip hop, fiati da big band e chitarra protagonista per la prima, chitarre funky, inserti hard-rock e nenìa popolare vitaminizzata per la seconda…
Terminato l'ascolto, la voglia di ripremere play è tanta, tenendo in vita questo rock ormai allo stato vegetale…
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