Che Jason Lytle sia un genio lo sappiamo tutti, sin dai tempi degli ormai defunti Grandaddy, i quali riusciamo a ricordare molto bene con quest’album: "Yours Truly The Commuter". Jason con esso ci dona un senso di nostalgia della sua ex band senza pari, perchè Jason Lytle è Grandaddy e questo album è un nuovo inizio per lui.
Lytle tira fuori dal sacco 12 brani stendendoli su un velo di sinth ed echi maestosi, ricordando gli Sparklehorse; ma ci basta rimandare ai Grandaddy per capire tutto. Echi, quelli citati sopra, che, insieme al canto sussurrato e polveroso di Jason non fanno altro che ammaliare l’anima ed empirla di desolazione; basti ascoltare "I Am A Lost (And The Moment Cannot Last)", "Birds Encouraged Him", "Rollin Home Alone", "You’re Too Gone". Ma c’è anche lo spazio per atmosfere strumentali-ambient, è il caso di "Furget It"; o anche per delle dolci ballate valzer, "This Song Is The Mute Button".
Beh, diciamo che con "Yours Truly The Commuter" Lytle si prende una pausa, in quella baita di montagna disegnata sulla copertina. Ma tornerà, perche "Yours Truly" vuol dire "sinceramente vostro" e "The Commuter" vuol dire "il pendolare"… Quindi ci si sposta per poi tornare, proprio come i pendolari.
Un album questo, che ascoltandolo per intero, in una sola volta, ci lascia pensierosi ma felici, perché riesce a toccare i bassifondi del cuore, spegnendolo, ed accendendolo.
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