Difficile parlare di Jason Mraz con cognizione di causa. Primo perchè in Italia è quasi del tutto sconosciuto. Per quanto io abbia provato a pubblicizzarlo e a spingerlo, resta costantemente avvolto nel mistero e ogni volta che lo nomino il commento "kikazzè" è la prima risposta che ricevo. Secondo perchè l'unico cd che possiedo di questo artista ufficialmente sembra non esistere. Copia di una copia proveniente da Miami, è l'assemblato di varie opere, tutte comunque live. Terzo, perchè prima ancora di conoscerne il nome (e rintracciare anche questa semplice informazione non è stato affatto facile) pensavo addirittura che fosse una donna. Avete presente quelle voci strane, che non si sa da che parte stiano (i paragoni che mi vengono in mente sono Kè e la prima Tracy Chapman). . . quando ho ascoltato per la prima volta "Halfway Home" (traccia attraverso la quale sono risalita al sito ufficiale) sono rimasta colpita dalla pacatezza, dall'atmosfera intima, come se il set stesse avvenendo nella mia stanza. Tutto il mix delle tracce (circa 17) si muove in questa direzione, assemblaggio di set acustici (ho poi scoperto che ha pubblicato 3 album ufficiali e qualcosa come 5 live) in cui Jason si rivolge direttamente al pubblico, parlando e commentando le canzoni come se volesse stabilire un contatto più stretto anzichè starsene sul trespolo con la chitarra ad eseguire una sterile scaletta.

Si inizia da un rumore di gocce, che poi diventano onde e i suoni si susseguono morbidi fino alla traccia 4 che è appunto "Halfway Home". Camminavo da solo sul lato opposto della strada allontanando tutti gli altri, pensavo che bastasse sedersi e aspettare gli eventi, ma non arriveranno se io non andrò loro incontro a metà strada. Queste le prime parole del testo, che Jason stesso presenta come una delle prime canzoni da lui scritte e usata da un amico in un film. In effetti sul suo sito si legge che questo giovanotto americano (nato in Virginia nel '77), si è dedicato per molto tempo alla stesura di brani per colonne sonore prima di pubblicare qualcosa in autonomia. Forse songwriter di belle speranze o forse nome già affermato e di successo in patria, chissà. . . fatto sta che sul web i siti che parlano di lui si sprecano (in inglese) e io mi chiedo perchè in Italia il suo nome sia oscuro praticamente a tutti. Forse perchè propone musica lontana anni luce dagli stereotipi pop-tormentonici che vanno da noi. Intorno alla sua musica intimistica, a tratti jazzata ma sempre d'effetto e d'atmosfera mal si collocherebbero gli urletti delle fan che sembrano essere il metro per giudicare il successo di quello o quell'altro. Mraz canta per gli altri ma a tratti è come se cantasse per se stesso, rendendo i suoi brani sempre unici e sempre diversi da ascolto ad ascolto. Oltre a questo consiglio "Absolutely Zero", dove invece la voce di Mraz cresce verso dopo verso, iniziando al solito quasi "colloquialmente" e rivelandosi poi sempre più sofferta, parlando di un rapporto giunto al capolinea: "ma io chi sono per dire che questa non sia una bella situazione, sta a noi prenderne il meglio; non avremmo mai potuto prevedere che questo sarebbe successo a me, non così facilmente. . . . beh ora è in vendita e vai pure a fare la tua offerta, lo vendo per non meno di quanto l'ho acquistato. . . assolutamente zero. . . Nessuno di noi merita la colpa perchè le opportunità ci hanno allontanato e non è facile imparare un gioco creato per me e te, le regole restano un mistero".

Mi chiedo se e quando qualcuno si accorgerà di questa voce particolare, di questa musica che parla al cuore con parole dirette e semplici. . . iniziate voi a scoprirlo. Sono benvenute tutte le segnalazioni.

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