Jason Reitman
Thank You For Smoking
Commedia, Satira
USA (2006)
Oggi è mia intenzione porre l'attenzione su una buona pellicola del recentissimo passato."Thank you for smoking", di Jason Reitman, é l'esaltazione dell'ars oratoria per una commedia-satirica nella quale la moralità, senza mezzi termini, viene presa a calci. Il protagonista del lavoro, tale Nick Naylor (Aron Eckhart), incarna la spietata società contemporanea ed è fermamente convinto che sia un fattore secondario avere ragione. La cosa che realmente conta in questo mondo machiavellico è che la gente creda in quello che tu dici ed ovviamente ogni mezzo per raggiungere il fine è lecito. Nick lavora all'interno dell'Accademia degli Studi sul Tabacco ed il suo compito è quello di trasmettere al grande pubblico (tramite conferenze stampa e dibattiti televisivi) gli sforzi che la suddetta struttura di ricerca sta sostenendo per cercare di verificare empiricamente che il fumo sia realmente dannoso per la salute. Un compito mica semplice il suo, specie in considerazione del fatto che tali studi sono sostenuti finanziariamente dalle stesse lobbies del tabacco. Nick però è un mago e sa girare le frittate in maniera magistrale, esattamente come MJ sapeva andare a canestro. Con il suo fare affabile, la sua parlantina ed i suoi gesti è capace di ingraziarsi il pubblico anche nelle situazione più impensabili ed apparentemente senza via d'uscita.
Nick ogni settimana si ritrova, principalmente per compiacersi, con altre due persone che fanno il suo stesso lavoro nel settore degli alcolici e delle armi. I tre, senza nessun ritegno e coscienza, si autodefiniscono come "mercanti di morte" e fanno quasi a gara tra di loro su quale settore provochi più vittime. Vince questo macabro match Nick con 1200 "assassini" al giorno in una scena scorretta come poche nella quale viene fatto il funerale alla moralità. I tre personaggi sono infatti perfettamente coscienti degli effetti del loro lavoro, ma ci bevono, fumano e sparano sopra con un'irriverenza tale che l'unica cosa che il pubblico può fare è ridere, spiazzato. Sanno di essere fottutamente bravi in un compito quasi impossibile ed elitario e ci godono non poco.
Il film si incentra sulla figura di Nick alle prese con un senatore del Vermont (William H. Macy): un incallito non fumatore fermamente intenzionato a dare il via ad una campagna contro le sigarette imponendo il simbolo del teschio e delle tibie su ogni singolo pacchetto in commercio. Nick è messo alle strette e deve fare fronte al problema. Il nostro eroe per gran parte del lavoro viene affiancato dal figlio 12enne (Cameron Bright) che prova per il padre un'enorme ammirazione e vorrebbe emularlo nel suo futuro lavorativo. Moralità o non moralità con il figlio? Questo il dilemma per Nick. La storia secondo il mio modesto parere è stata appesantita con l'innesto di una giornalista senza scrupoli (Katie Holmes) bramosa di successo e con il forzato incontro forzato con "Marlboro Man", ammalato di cancro ai polmoni e assetato di vendetta. Tutto ciò rende il film un po' disomogeneo: un ottimo primo tempo dotato di un ritmo trascinante, (ben supportato dalla musica rock-jazz), viene in parte rovinato dal secondo indubbiamente meno ispirato.
Thank You For Smoking parla dell'industria del tabacco, ma non bisogna essere dei geni per capire che il messaggio lanciato è estendibile ad ogni argomento della nostra vita. Nella società occidentale attuale quello che indiscutibilmente conta è l'apparire e non la verità. Jason Reitman ci dice che se riusciamo ad essere schifosamente affabili ed a dimenticarci di avere una coscienza possiamo trovare una giustificazione a tutto ed avere successo. Limitarsi a interpretare questo film in tale senso è tuttavia limitativo. Il personaggio di Nick Naylor offre anche punti stimolanti. Lui è un piacente figlio di puttana, questo è indiscutibile, ma ci invita anche a non prendere tutto quello che ci viene detto come verità assoluta. Ogni tesi può essere criticata e rivoltata come un calzino. Se tu hai il diritto di dire una cosa, devi darmi la possibilità di dissentire e non è detto che se argomento a dovere e con intelligenza il mio punto di vista possa non solo controbattere, ma anche riuscire a convincerti...
Un principio che non viene sempre messo in pratica nemmeno su questo sito dove ogni tanto prevalgono insulti più che argomentazioni.
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