<< Lo sai perché lo chiamano il sogno americano? Perché si avvera soltanto quando dormi.>>
Anno Domini 2011.
L' America di Obama, del welfare state senza più un reale controllo, delle tensioni sociali, dell'ipercalorico umanesimo nutrito dall'avvento social, dei delicati equlibri esteri con lo spettro delle guerre sempre più concreta. Una terra che da sempre trae il proprio fascino dalle contraddizioni: la rivincita razziale dell'alto borgo, mentre nei ranghi più bassi ancora vige un clima di terrore. Una rivincita che porterà ben presto alla disfatta, che generà quel morboso sentimento passatista cheaprirà cinque anni dopo le porte a Trump, che mio padre per due soldi alla fiera comprò.
Una conturbante e sinuosa decadenza.
"Human beings in a mob, What's a mob to a king?
What's a king to a God? What's a God to a non-believer
Who don't believe in anything?
Will he make it out alive?
Alright, alright
No church in the wild"
L' America ossessionata dalle celebrità, dalla dolce vita, dai fiumi di soldi e quel succoso nettare che trasuda dal seno di qualche divinità da copertina: il disvalore come unico valore.
Il personaggio pop degli anni 20 per eccellenza, quello che più di tutti ha saputo dare un volto al narcisimo, alla megalomania che si incontra con una delle personalità più imponenti e influenti di un genere musicale, il giovane Sinatra di Brooklyn. La galvanizzante sregolatezza che si unisce con l'inebriante rigore machista.
"Uh, I invented swag
Poppin' bottles, puttin' supermodels in the cab, proof"
vs
"They say I'm crazy, well, I'm 'bout to go dumb again
They ain't see me 'cause I pulled up in my other Benz
Last week I was in my other other Benz
Throw your diamonds up 'cause we in this bitch another 'gain"
I due rapper più ricchi degli Stati Uniti, quelli che il sogno americano non solo l'hanno sedotto, ma lo hanno posseduto. In una sola parola, ECCESSO.
Watch The Throne è il naturale rigurgito di quella decadente e meravigliosa Mecca i cui sogni hanno finito per definire i tratti del volto occidentale. Un kolossal vero e proprio, diviso tra un gusto per un certo classicismo rap e arrangiamenti barocchi. La sinergia tra i due è intensa: un dialogo continuo tra il rap fluido e diretto di Jay e quello più gommosso e sbilenco di Kanye.
La voce calda e profonda di Otis Redding che fa l'amore con il dancefloor sfrenato della fantascientifica N****s In Paris (da storia del genere), Nina Simone reinterpretata in chiave Neo-soul in un menage a trois con i ritmi tribali della trascinante That's My Bitch e l'epopea di fiati e trombe di Lift Off, con Beyoncè a fare gli onori di casa.
L'ultimo vero classico (si, con buona pace di QUEL Kendrick Lamar) di un genere ormai morto, che ha fatto della pura maniera, il proprio vessillo.
Imperdibile.
Carico i commenti... con calma