Calore bianco, film nero, musica grigia. Ma non grigia come assenza di colore ma come la nebbia che oscura i vicoli della londra anni 50 dei B-movie polizieschi in bianco e nero. Grigia come una qualità, come un limbo impenetrabile che non fa delimitare i confini alle cose, ai generi, alle sonorità. E' jazz, certo, ma un jazz leggero e impalpabile, colonna sonora immaginaria di un film tutto da scrivere (o già scritto, come e da chi non ci è dato a sapere).

Canzoni che trasudano polvere da sparo, vecchi bordelli, cotton club fumosi e insani, dark lady e oscuri presagi, senza una continuità stilistica ben precisa: è quello che mi piace in queste 13 tracce jazz suonate da un orchestra di ben 15 strumentisti con i contro fiocchi. La musica che insegue stati d'animo, che disegna trame sottili seguendo vie impervie e talvolta non classificabili come la costruzione di un film che parte dalla colonna sonora e che obbliga noi, impavidi ascoltatori, a costruirci il nostro film "attorno". I momenti suggestivi sono numerosi e le emozioni non mancano. I titoli stessi poi danno l'incipit del tema (The Bad And The Beauty" o "The Lost Week End" o il facile "The Big Sleep". Insomma musica da accapponar la pelle che ci riporta alle atmosfere torbide, sensuali ed intriganti di un mondo perduto.

Carico i commenti...  con calma