...di Jean Bosc (o BOSC come amava firmarsi) non esiste quasi nulla in rete.
Da quando in un mercatino ho incrociato quasi per caso il suo libro (l'unico?) JE T'AIME stampato dalla Milano Libri nel 1974, non ho scoperto quasi nulla di lui.
Come se fosse inesistente, come non fosse mai esistito.
Un autore francese dalla non vita facile, per altro.
Perennemente depresso, disegnatore controvoglia ("e senza un bricciolo di talento" pare abbia detto mostrando i suoi disegni), cantore della vita matrimoniale malinconica e senza dialogo, il suo primo disegno fu quello di un uomo intento a preparare l'albero su cui si sarebbe impiccato (vedi fig).
Nato a Nimes nel 1924 da una famiglia di viticoltori, nel 1945 venne mandato in Indocina e da lì pare non si fosse più ripreso.
Tornò depresso, distrutto e nel 1952 si trasferì a Parigi. Il mensile Paris-Match fu il primo a credere in lui e pubblicò la sua satira agro-dolce, dimessa e sempre auto-distruttiva.
Il disegnatore Wolinski nel 1962 lo volle alla rivista Charlie, ma lui declinò l'invito con una lettera straziante di poche parole.
"Grazie di aver pensato a me ma sono riunchiuso in clinica da giugno. Ho i nervi fuori controllo e non ho più disegnato nulla da mesi. Credo di avere esaurito ogni risorsa e adesso sono completamente vuoto".
Il suo unico libro tradotto in Italia, questo "Je t'aime" presenta strip di situazioni paradossali di incomunicabilità, di incomprensione continua: madri, mogli, superiori, figli.
Finisce spesso le sue strip con auto funerarie, processioni, personaggi che si scavano la fossa nell'indifferenza più totale. Eppure contrasta il fatto che si sorride, un po' agrodolce, e viene molta tenerezza leggendo queste strip in un bianco e nero sporco e irregolare.
E sarà così anche la sua uscita di scena.
​Si sparerà un colpo alle tempie nel 1973, a soli 49 anni.
Solo e dimenticato da tutti.
Perfino da Wikipedia.

Carico i commenti...  con calma