Nonostante abbia (quasi) lo stesso titolo dell'album di esordio, "Oxygene 7-13" contiene materiale del tutto inedito. Jarre dedica questo lavoro a Pierre Schaeffer, il pioniere della musica concreta scomparso nel 1995, che egli aveva conosciuto nel 1968 e del cui Groupe de recherches musicales aveva fatto parte per qualche anno. Così Jarre guarda indietro ai tempi del suo primo lavoro, "Oxygene", uscito nel 1976 e suddiviso in sei parti, e più di vent'anni dopo, nel 1997, fa un omaggio a sé stesso con questo disco articolato in sette nuovi episodi (7-13).

In più punti la musica di "Oxygene 7-13" ricorda quella del disco predecessore: nella scelta delle sonorità, nella struttura dei brani, nell'atmosfera complessiva che si respira durante l'ascolto. E anche, particolare importante, nell'uso delle stesse tastiere protagoniste nel 1976, nel frattempo andate fuori produzione: i sintetizzatori che Jarre rispolvera per l'occasione sono l'ARP 2600 (che è stato per la musica elettronica l'equivalente della Fender Stratocaster nel rock), il VCS3, l'AKS, oltre a Eminent e Mellotron. A questi synth vintage affianca gli strumenti di nuova generazione così che il suono non risulta datato ma al contrario soddisfa le nuove esigenze espressive senza rinnegare se stesso.

Per chi ha familiarità col primo "Oxygene", è divertente ascoltare questa specie di sequel e rintracciare i passaggi che si rifanno più o meno direttamente al vecchio album. Un esempio ben chiaro è la terza traccia, "Oxygene 9", che riprende nei suoni e nella struttura l'inizio del predecessore; mentre l'ultima traccia, "Oxygene 13", è una malinconica ballata elettronica che ricorda la conclusione del vecchio lavoro, sia per il pastoso tema melodico che per il brulicante sfondo percussivo.

Ma citazioni e riferimenti sono disseminati un po' ovunque in "Oxygene 7-13", e non è importante riconoscerli tutti: perché questo è un ottimo album in sé, un'elettronica di stampo tradizionale rispetto alle innovazioni portate da altri protagonisti nel corso degli anni '90, ma comunque un ascolto accattivante.

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