É vero. Non è stato né mai sarà uno di quei dischi indispensabili a spiegare l' evolversi di certe tendenze in ogni possibile e multiforme Storia del Rock che si voglia raccontare. Eppure ci sono degli album, come quello in questione, che nonostante nascano già morti, non smettono per un minuto di incatenarti ad una sedia. Album che si lasciano amare fin da subito; che suonano così pop che vorresti regalarlo alla tipa che sta in cassa al supermarket.     

Quella dei Jean Paul Sartre Experience, Jim Laing (chitarra e canto), Dave Yetton (basso) e Gary Sullivan (batteria), è la breve parabola di un trio neozelandese, nato alla metà degli anni Ottanta, con la dichiarata inclinazione verso quello che il bassista stesso definirà come "girly-pop",  un pop sfumato, a tinte pastello, per giovani cuori innamorati.

"Love Songs" vede la luce nel 1987 , preceduto un anno prima dall'Ep " Walking wild in your firetime" prodotto dalla Flying Nun Records, storica etichetta indipendente neozelandese che vanta nel suo roster gente come The Dead CThe Verlaines. Cosa ci si può aspettare dunque da un titolo del genere?  Niente di buono, ovviamente. E invece ecco che dopo il  lento incedere folk-pop di "Own two feet" cominci a fare i conti con tutte le riserve del caso. Il cantato, vero elemento distintivo, rasenta la ninna nanna compiaciuta. Canzoni come "Firetime", "Grey Parade" e "Transatlantic Love" riecheggiano i Velvet Underground più lenti e suonano "slo-core" ante-litteram. Alzano la media dell'album, però, pezzi come "I like rain" e la sua irresistibile melodia Casio-tone che suona tanto Lo-fi; "Jabberwocky", costruita su un piano rag-time con la chitarra che vi si sprofonda ruvida insieme alle voci di Laing e soci; segue il funk- pop tiepido di "Crap rap" e la perfetta tensione tra melodia e cantato di "Flex". Né tantomeno sono da corredo pezzi come "Einstein", "Let there be love" e "All the way down" con le loro strutture scarnificate sorrette di tanto in tanto da coretti felici.

Ecco dunque cosa è Love Songs. È un disco felice. Che si tiene bene in piedi con le sue sole forze. Non veste un solo istante satinato nonostante l'impresa sia quanto mai ardua quando c'è di mezzo il pop e l'amore. Sono sicuro che in altri tempi avreste sdoppiato la cassettina per qualcuno di speciale, per qualcuno con cui volare in auto a illudersi d'esser felici. Magico potere del Pop. Da riscoprire.

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