Due album raccolti in uno. Uno del 1968, l'altro del 1969. Questa unione, ad opera della EMI, è avvenuta nel 1991. Rock-blues a 360°. Questo è Jeff Beck, uno dei più influenti e tecnici chitarristi della storia del rock-blues made in UK. E tutta la sua influenza si riscontra in questi due album, usciti ad appena un anno di distanza l'uno dall'altro. Alla voce c'è un certo Rod Stewart, arruolato dallo stesso Jeff, insieme ad altri grandi musicisti, dopo la dipartita dagli Yardbirds a metà anni '60. Il risultato è pressochè eccezionale.

Distorsioni leggermente più dure e acide rispetto al periodo Yardbirds ma comunque di grande effetto e di grande stile. In "Truth" si trovano assoli impareggiabili (come quello in "Shapes Of Things" oppure in "Let Me Love You") e ritmiche blues realizzate con una classe che pochi (come Clapton e Hendrix) all'epoca avevano. "You Shook Me" è il manifesto del Blues con la "B" maiuscola. Classico giro di accordi ripetuto all'infinito che insieme alle tastiere danno un tocco di classe estrema al brano e all'intero album. "Greensleeves" è un dolcissimo brano strumentale acustico (con un arpeggio indimenticabile) della durata di poco inferiore ai due minuti, che ci fa capire come anche le cose più semplici possano essere di grande effetto. Si possono anche non fare cose stratosfericamente tecniche per colpire l'orecchio dell'ascoltatore, e i Beatles su questo hanno insegnato molto.
"Beck-Ola" segue la base tracciata da "Truth". Virtuosisimi chitarristici firmati Beck a non finire ("Spanish Boots" e la bellissima e conclusiva "Rice Pudding), episodi strumentali delicatissimi (stavolta con la base di piano in "Girl From Mill Valley", 4 minuti da ascoltare ad occhi chiusi), classici del blues di metà secolo ("Jailhouse Rock") e brani che strizzano l'occhio alla psichedelia e all'hard-rock di marca Deep Purple (la già citata "Rice Pudding", closing-track strumentale di 7 minuti).

Due album decisamente al di sopra delle righe di tutta la produzione di Beck.
Come chitarrista ha avuto molto più eco con gli Yardbirds che da solista, ma grazie alla sua formidabile tecnica e al suo straordinario Beck-group (Rod Stewart, Nicky Hopkins al piano, Ron Wood al basso, Mickey Waller e Tony Newman alla batteria, il primo in "Truth", il secondo in "Beck-Ola") è riuscito a sfornare dei lavori che diventeranno degli autentici manifesti del blues.
In due parole : virtuoso e geniale. Semplicemente un grandissimo blues-man.

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