Dopo il superlativo "Jeff Beck's Guitar Shop" del 1989, Jeff Beck è praticamente scomparso dalle scene. Qualche tributo, poche apparizioni, ma soprattutto niente materiale inedito fino al marzo 1999. Dieci anni di assenza e un ritorno in grandissimo stile con un uno-due in grado di mettere fuori combattimento scettici, detrattori ma anche e soprattutto nostalgici.
Per chi fosse rimasto in piedi - pochi a dire il vero - dopo il destro al volto di "Who Else?", arriva il gancio sinistro di "You Had It Coming" del 2001 a chiudere qualsiasi discorso.
Due dischi che poco hanno a che vedere con la precedente produzione del chitarrista inglese, che in questi anni ha assorbito e metabolizzato l'influenza della scena elettronica (Prodigy su tutti); due dischi in cui Jeff Beck fonde con la consueta abilità generi antitetici tra loro come blues e techno, facendolo sembrare la cosa più facile del mondo (ed è forse proprio questa apparente facilità di convivenza fra generi l'anello di congiunzione con i dischi antecedenti).
Ma passiamo ora alle FAQ (Frequently Asked Questions):
- Chi è Jeff Beck?
È uno dei pochi - forse l'unico - che alla domanda "are you experienced?" può permettersi di rispondere "yes, I am". Chi altri?
- Che senso ha oggi ascoltare un disco di Jeff Beck? Gli anni '60 e '70 sono finiti da un pezzo ormai. Non è forse il caso che questo simpatico e nostalgico signore vada in pensione e faccia largo ai giovani?
Ma quale nostalgico. Questo disco è talmente fresco e innovativo da suonare come un fragoroso e roboante vaffanculo a tutti coloro che oramai vivono di rendita (ogni riferimento a Clapton e Page è puramente casuale). È talmente moderno da far arrossire dalla vergogna tutti quelli che da anni non fanno altro che suonare sempre la stessa identica canzone.
- L'ho appena ascoltato e cazzo, sembra un disco dei Prodigy. Sei sicuro che si tratti proprio di Jeff Beck? Non è forse un caso di omonimia?
Si, è proprio lui, fidati. I Prodigy non c'entrano. Piuttosto io direi che suona come se gli alieni avessero rapito Led Zeppelin e Kraftwerk, li avessero frullati, shakerati, chiusi a chiave in una macchina del tempo e li avessero scaraventati ad un rave party nell'anno del Signore 2001.
- Dal rave-up del 1965 al rave party del 2001?
Già. Passando per vie traverse però.
- È possibile mischiare blues e musica elettronica?
Si, e "Rollin' And Tumblin'" è la risposta alla tua domanda. La teneva da anni da parte in attesa di un arrangiamento in grado di renderle giustizia e finalmente l'ha trovato. Con questa versione si è assicurato la reputazione per almeno altri vent'anni e ha spalancato una porta al blues per il nuovo millennio. Peccato che nessuno l'abbia ancora varcata.
- Su capolavori come "Definitely Maybe", "Where Were You", "Cause We've Ended As Lovers", "A Day In The Life" o "Brush With The Blues" la chitarra di Jeff sembra cantare, sussurrare, a volte addirittura piangere. C'è qualcosa di tutto ciò in questo disco?
Su "Blackbird" Jeff fa cinguettare la sua chitarra. O meglio, duetta con un partner piuttosto atipico, un uccellino. Ma è più che altro un divertissement. Il vero apice è "Nadia", cover di Nitin Sawhney, una sorta di Stevie Wonder indiano. Qui Beck insegue i bellissimi vocalizzi di Reena Bhardwaj, riportando alla mente le sonorità orientaleggianti del periodo Yardbirds.
- In "Nadia" che strumento suona?
Sembra incredibile ma è una chitarra elettrica. Lui suona sempre la stessa Fender Stratocaster gialla e come amplificatore usa sempre lo stesso Marshall JCM 2000.
- Come fa da un set così limitato ad avere una gamma di suoni praticamente infiniti?
Bella domanda.
- Che differenza c'è tra avere tantissime chitarre e suonare come se fosse sempre la stessa, e avere sempre la stessa chitarra e suonare come se fosse ogni volta uno strumento diverso?
La stessa che c'è tra avere i pantaloni rotti nel culo e il culo rotto nei pantaloni.
Di chi è la voce femminile in "Rollin' And Tumblin'" e "Dirty Mind"? Perché non ha scelto una voce maschile?
La voce è quella di Imogen Heap, anche se in linea di massima i suoi pezzi sono tutti strumentali. Il sound di Jeff Beck è molto morbido e sensuale, e si sposa alla perfezione con una voce femminile. Negli ultimi anni poi si è sempre circondato di colleghe del gentil sesso (ora al basso lo accompagna una ragazzina di vent'anni appena, con un groove da far tremare la terra sotto i piedi).
N.B. L'aver avuto a che fare per così tanti anni con un cesso del calibro di Rod Stewart ha avuto sicuramente il suo peso.
- Le parti di chitarra sono mostruose, però in studio e con le tecnologie di oggi sono capaci tutti. Non è che si tratta di uno di quegli artisti che dal vivo non rende neanche la metà di quanto rende in studio?
Padre, perdona loro perché non sanno quello che dicono.
- Non conosco niente di Jeff Beck, posso partire da questo album?
È un album molto accessibile e poco impegnativo, ma in linea di massima ti direi di no. Sono altri gli album di Jeff Beck da cui cominciare. Come "Truth", "Beck-Ola", "Blow By Blow" o "Wired".
- Ho una vita sessuale molto attiva e non ho il tempo di ascoltare tutti questi album. Non c'è una compilation che racchiude il meglio di Jeff Beck?
Racchiudere quaranta e passa anni di carriera in una compilation è come prepararsi ad un esame guardando "Chi vuol essere milionario". Devo dire però che "Beckology" del 1991 racchiude, con qualche dimenticanza qua e là, il meglio della sua produzione musicale, fermandosi praticamente a "Jeff Beck's Guitar Shop". Quindi se vuoi sapere chi è Jeff Beck prima di ascoltare questo album, e la risposta alla prima domanda non ti ha soddisfatto in pieno, "Beckology" rappresenta per te il minimo sindacale.
- Se questo Jeff Beck fosse bravo almeno la metà di quanto dici allora avrebbe avuto molto più successo, non credi?
No, non credo. Jeff Beck non è musicista in grado di scendere a compromessi. E in fondo un Jimi Hendrix verrà ricordato più per aver dato fuoco alla sua chitarra che non per come la suonava. Purtroppo.
- Suono la chitarra da anni e riesco ad eseguire alla perfezione tutti gli assoli di Petrucci, ma non riesco a riprodurre la maggior parte dei suoni che escono dalla Stratocaster di Jeff Beck. Come mai?
È normale. Le scale si possono imparare, ma il talento non si può comprare. Il talento non ha prezzo.
- Sembra molto interessante. E allora perché ci sono così tante recensioni di "Octavarium" e nessuna di questo album?
La mamma dei cretini è sempre incinta.
- Non capisco tutto questo astio nei confronti dei Dream Theater. Adoro "Octavarium" e adoro Petrucci. E poi che vuol dire che la mamma dei cretini è sempre incinta?
E lo chiedi a me? Chiedilo direttamente a tua madre.
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