"Panico a Needle Park" è un film che ha segnato in modo indelebile i giovani a cavallo tra gli anni sessanta e settanta. Il 1968 fu l'anno della ribellione giovanile, le crisi politiche, il prorompente sviluppo delle droghe, il rapido diffondersi della musica rock, gli hippie. In questo scenario culturale dettato dalle "nuove esperienze" trova la luce il durissimo "Panico a Needle Park", diretto da Jerry Schatzberg e rilasciato nel 1971. Già dalla sua uscita, la seconda opera cinematografica di Shatzberg, ha avuto problemi di distribuzione a causa della sua "violenza", tanto che in Inghilterra, il film è stato addirittura censurato. Un'opera nata sotto la grande influenza che in quegli anni l'eroina aveva sui giovani, intrappolati in un mondo che non gli apparteneva, decisi ad evadere da questa realtà attraverso i "paradisi artificiali".
La storia è quella di due ragazzi, facenti parte di un quartiere malfamato di New York, dove ciò che riscuote maggior successo è l'eroina. Bobby e Helen sono due giovani consapevoli della loro difficile condizione di vita, ma altrettanto desiderosi di voltare pagina e sistemarsi una volta per sempre. Decidono di volersi sposare, nonostante su di loro incomba sempre l'alienante pericolo dell'eroina, vero e proprio punto di collegamento tra i due. La loro vita va avanti tra dosi, overdosi, furti, prigioni, dolore, prostituzione. E' una vita costantemente in bilico. E' come camminare su un filo appeso all'infinito e sotto il nulla. E poi arriva il giorno in cui non si trova più eroina e tutto sembra finire. Bobby (Al Pacino) e Helen (Kitty Winn) iniziano a pugnalarsi a vicenda, costretti ad umiliarsi per avere la "roba". Entrambi si sentono spaesati, consapevolmente annientati dalla droga. I rapporti interpersonali si disperdono pian piano, fino ad un rapporto che assomiglia più ad un conflitto che all'amore vero e proprio. Schatzberg ci mostra con scene di assoluto impatto una vita complessa, pesantemente condizionata dall'uso di eroina. Tutto perde importanza...
Schatzberg dirige uno dei primi film che analizza così da vicino il problema droga e lo fa dando a Panico a Needle Park un taglio quasi documentaristico. Indimenticabili le interpretazioni dei due attori principali: Pacino dimostra la sua grande attitudine cinematografica che sarà poi confermata con una carriera straordinaria e Kitty Winn nonostante la sua superba prova rimarrà invece fuori da interpretazioni di un certo rilievo. Panico a Needle Park è un pugno allo stomaco, sia per i temi trattati sia per la "noncuranza" con cui ci vengono mostrati:per essere il 1971 Schatzberg ha rischiato parecchio, portando sul grande schermo un film crudo e realista, descrivendo si una realtà largamente diffusa, ma altrettanto stigmatizzata dai "grandi" politici mondiali. Un'opera interessante che riesce, grazie anche alla superba fotografia di Adam Holender a "illuminare" quegli anni che rimangono i più "vissuti" e raccontati dalla gente di allora ed hanno assunto con il tempo l'appellativo di "periodo cult". "Panico a Needle Park" è la decadente prova della situazione settantiana dell'America e del mondo intero.
Da quel periodo, da quegli anni, poco o niente è migliorato...
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