Alzi la mano chi, superati gli “anta”, non si è mai registrato su una cassetta i brani preferiti tratti dagli album preferiti. Tutto fatto in casa, da vinile a nastro, giradischi e doppia piastra, così volendo ci si poteva pure copiare la cassetta passata sottobanco dagli sparuti amici rocchettari.
Io ne avevo alcune, una decina più o meno, registrate in collaborazione col mio adorato fratellone, per me ci piazzavo punk a profusione, lui la robaccia invereconda che ascoltava, e così poteva capitavare che dopo quella palla terrificante dei Van Der Graaf Generator arrivassero gli Stiff Little Fingers a spararmi l'umore alle stelle. E quelle cassettine viaggiavano tanto, nel walkman e nell'autoradio.
Oggi ci sta il ciddì e l'emmeppittre, spotifai e saundclaud, lo smartfon e il tablet, l'uessebbì e il blututt, e la cosa è molto meno romantica. Il vinile e la cassetta sono spariti dalla circolazione, quello che si trova serve solo a spremere sangue dalla rapa, e figurarsi se spendo trenta e passa euri per un vinile o se me lo vado a comprare in edicola, checché.
A parte lo sproloquio, ci sta questo tale Jesse Dayton. Non è che sia molto conosciuto, io ne avevo fino a qualche mese fa un pallidissimo ricordo legato a collaborazioni con due miei favoriti, X e Social Distortion, ma anche Johnny Cash, Willie Nelson e altri bei nomi della scena folk a stelle e strisce, come ho imparato da poco: insomma, facendo due più due, Jesse sta in quel calderone che è il cow-punk.
Avendo sorpassato gli “anta”, ovviamente anche Jesse si faceva le cassette. E se le fa ancora.
«Mixtape Vol. 1», fin dalla copertina, è la celebrazione di questa pratica e al contempo un tributo a tutti quelli che, come me, a questa pratica erano e sono usi. Solo che Jesse, stavolta, i brani preferiti tratti dagli album preferiti se li suona e se li canta, non si limita mica a trasferirli dal vinile alla cassetta: per farla semplice, l'educazione sentimental-musicale di Jesse sta (quasi) tutta qui dentro e, chissà, nei volumi che seguiranno.
Anche perché, dieci canzoni mica bastano a dire come mai a cinquant'anni e spiccioli ci sei arrivato così come ci sei arrivato, per quanto sia largo lo spazio che coprono, non tanto in termini temporali – quasi tutti brani anni '60 e '70 – quanto per generi. Insomma, proprio come nelle cassette in coabitazione coll'adorato fratellone, anche qui ci sta tanta roba diversa, da Jackson Browne ai Clash, da Neil Young agli AC/DC, da Gordon Lightfoot agli ZZ Top.
E il bello è che, ad ascoltare il disco tutto intero, non mi sono rotto le balle neppure per un secondo, non ho schippato manco la «Country Comfort» di Elton John, perchè sì, ci sta pure lui, omaggiato qua dentro.
Poi, è chiaro, che quando Jesse alza il tiro e soprattutto il ritmo è un gran bel sentire, come quando dopo i VDGG arrivavano gli SLF, tra una «Whole Lotta Rosie» da urlo che resuscita il fantasma del John Lee Hooker più boogaloo e una «She Does Right» che manco Jason & The Nashville Scorchers a far baldoria in un pub male in arnese di qualche periferia malfamata, per non dire dell'uno-due da urlo «Bankrobber» / «She's a Heartbreaker», Clash / ZZ Top; poi, su due piedi, non mi ricordo rifacimenti di «Bankrobber», ma uno così bello di sicuro non ce n'è, di quelli che non ti fanno rimpiangere troppo l'originale, e sto parlando di «Bankrobber», per me uno dei brani più indicibili dei Clash. I Clash, per capirci.
Ma anche le cose più “tranquille” non suonano affatto male ed hanno i loro tanti perché, a partire dalla citata «Country Comfort» fino a «Redneck Friend», che apre nel migliore dei modi l'album e mi ha costretto ad andare alla ricerca dello (per me) sconosciuto originale di Jackson Browne (tra parentesi, bellissimo, sempre utile imparare qualcosa).
Poi, so cosa si dice dei dischi fatti tutti di cover, la stasi, l'involuzione, il raschiamento del barile. Beh, stavolta mi pare molto diverso, qui dentro «Mixtape» ci sento freschezza e passione, un modo di fare musica come non si fa più. A pelle, consiglio caldamente.
Sperando che tutti i linchi che ho lincato funzionino a dovere, abbasso la tecnologia, viva il vinile, viva le cassette!
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