I Jester Beast, a loro modo, sono stati tra i gruppi storici della scena metal tricolore. Nati nel 1983, ovvero in quell'era giurassica fatta di demo su cassetta e fanzine, in quel di Torino, il gruppo riuscì, con la sua primissima formazione, ad arrivare a mettere qualcosa su disco, partecipando alla compilation "Heavy Metal Made in Italy". La tragica scomparsa del chitarrista Attilio fa perdere la bussola ai torinese che però, freschi di nuovi membri e della volontà del batterista Tony, riescono, ormai a fine decennio, ad arrivare alla loro prima prova sulla lunga distanza, la demo "Destroy After Use".
Col tempo i Jester Beast erano divenuti una sorta di comune della scena torinese, con futuri membri di Morgana e Negazione a prestare man forte alla causa, ma l'arrivo di Steo Zapp alla voce e di CC Muz alla chitarra di fatto stabilizzano, finalmente, i quattro che hanno a questo punto l'organico necessario per poter affrontare la prova in studio. A risentirlo oggi "Destroy After Use" stupisce per la violenza, l'aggressività, la velocità, che forse non ci si sarebbe aspettati, né ieri né oggi, da un gruppo italiano, conoscendo bene come la scena italica fosse, soprattutto ai tempi, costantemente in ritardo rispetto a ciò che accadeva oltre i confini nazionali e che generi come death metal e grindcore di fatto dovevano ancora essere ben codificati.
Loro stessi amavano definire la loro proposta come freak-core, oggi potremmo tranquillamente parlare di thrash-core, un grezzo thrash metal con la componente hardcore che non si limita ad essere una pura influenza ma a ricoprire un ruolo preponderante all'interno della proposta musicale dei quattro. Ristampato in vinile numerato qualche tempo fa dalla sempre attiva FOAD Records, la demo dura non più di quindici minuti ed è costituita da quattro brani ed un outro. "Mother", che da il via alle danze, è una mazzata, con la voce di Steo letteralmente vomitata ed il resto della band impegnato a creare un muro di suono che tradisce, tra le tante influenze, Coroner e Voivod. "Destroy After Use" ha un incedere più ritmato e ragionato, così come la conclusiva "Claustrophobis Autogamic", mentre invece "Hypnotized", che apre il lato b, è la solita scheggia impazzita.
L'attività dei Jester Beast andò avanti ancora per qualche anno arrivando, nel 1991, a dare alle stampe anche un album, finora il primo ed ultimo, quel "Poetical Freakscream" oggi considerato un classico del metal italiano, prima, come spesso capita in questi casi, di iniziare a perdere pezzi strada facendo e di sciogliersi. Da qualche anno a questa parte l'ensemble, guidato dagli storici Steo Zapp e CC Muz, è nuovamente attivo, sia in studio che dal vivo, ma al momento sembra che i torinesi stiano pianificando con calma il proprio futuro e non risultano notizie di nuovi concerti o dischi. Nel frattempo recuperarsi il loro catalogo storico potrebbe riservare, a chi non li conosce, una piacevole sorpresa.
"Destroy After Use":1. Mother 2. Destroy After Use 3. Hypnotized 4. Claustrophobic Autogamic5. Outro
Jester Beast:Steo Zapp, voceCC Muz, chitarreKeeodo, bassoTony, batteria
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