Fa impressione ascoltare un album del genere e pensare che dietro ci sia Justin Broadrick. Abituato a sonorità ben più estreme (tipo i Napalm Death, i Godflesh, i Techno Animal) qui ci lascia del tutto spiazzati e fa uscire un lavoro che è un incanto, niente più niente meno. Una colonna sonora immaginaria per squarci di vita. L'ibridazione tra il post-hardcore ed il post-rock se non lo shoegaze è pressochè perfetta.

Immaginate una pazzesca fusione tra i muri di suono di Isis e Nine Inch Nails con la melodia melanconica di Sigur Ros e Slowdive. Definizioni che forse lasciano il tempo che trovano ma che aiutano a rendere conto della complessità di un album di eccezionale potenza e di melodie (tra)sognate (a voi la scelta se evocatrici di incubi o bei sogni), quest'ultime create in gran parte dalla voce di Justin mai espressiva come qui. Una voce sospesa nell'aria come un sospiro caldo al tramonto.

Conqueror ti entra "dentro" come un pigro pomeriggio d'estate. Già il primo omonimo pezzo è un esempio di come il mood heavy e noise delle sonorità tipiche di Broadrick è stato qui trasformato tramite opportune modifiche (ad esempio il riprocessamento dei synth) in qualcosa di originale e quasi easy-listening (lo so questa parola suona quasi come una bestemmia accostata al personaggio ma tant'è!). Un sound però che pare prenderti con se, non lasciarti più, avvolgerti, inghiottirti mentre lui cammina in punta di piedi tranquillamente avanti. Le dinamiche spesso lentissime e lo spazio sonoro completamente saturo contribuiscono a generare questo "nuovo" suono. E qui ci si mettono anche le linee vocali a farti rimanere intrappolato; come ad esempio nella maestosa "Weightless & Horizontal" dove la ripetizione eterea e disperata "try not to lose yourself" crea una sorta di ipnotica estasi. Sentite cosa dice lo stesso Broadrick:

"At first, it was the sound of resignation. Giving up, like, the battle's over, I just want to be cocooned in the womb. I was completely free to make this music I'd been trying to get out for a long time but hadn't really touched on, with pretty melodies and this huge sense of melancholy, sadness, and loss. That's probably the strongest emotion that I do still go through every day. It's the sound of isolation, to some extent, the beauty in that and the sadness of it as well. The bottom line is if it makes me feel like an emotional wreck. That's what I'm trying to do, things that really hit my heart. "

Insomma musica che abbraccia la depressione in maniera impeccabile e nonostante (o forse proprio per questo) un flusso elettrico provante e quasi senza speranza, nonostante le davvero poche luci che schiariscono le tracce riesce con le sue decandenti coltellate sonore ad entrare nella corteccia cerebrale dell'ascoltatore in modo travolgente.

In "Medicine" un ribassato e lento riff metal da' luce al buio. Il suono sempre più massiccio e asfissiante sparisce dentro la nostra mente. Quando si arriva a "Brighteyes" forse il pezzo più riuscito dell'intera opera almeno per quanto riguarda la mescolanza di estremismo e melodia io sono già completamente innamorato del nuovo lavoro dei Jesu. Chiude "Stanlow" un piano sequenza musicale che sembra davvero essere la copertina dell'album in musica. Complessità e voglia di osare, questo è 'Conqueror', un disco vincente ma non di facile interpretazione. Una trasfigurazione come suggerisce la traccia 3. Un muro del suono sfaccettato e coinvolgente fatto di post-hardcore, post-rock, post-quello che volete voi.

Sottolinenado che l'udito fortunatamente non è solo "ascolto" ma anche "percezione" definirei 'Conqueror' musica struggente e unica in cui tutto è al posto giusto. Anzi in un posto ancora migliore del posto giusto che immagineremmo.

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