Un viaggio di Howard Phillips Lovecraft nel Polesine. Un’ipotesi surreale, e quindi affascinante, resa verosimile dal ritrovamento di suoi appunti, datati 1926, custoditi all’interno di un volume esposto in una bancarella di libri d’occasione. Il visionario rinvenimento del diario di viaggio di Lovecraft che testimonierebbe, tra l’altro, la sua curiosità per quei miti che affollano “I racconti del Filò” e che tanto somigliano alle narrazioni fantastiche che compongono “Il ciclo di Cthulhu”.
Lovecraft, noto per la sua ritrosia ad allontanarsi da Providence, si è davvero recato nel Polesine? Di certo il dedalo di rami fluviali che compone quel paesaggio dove sfumato è il confine tra la terra e l’acqua ben si attanaglia alla narrativa lovecraftiana.
Con tale dilemma Roberto Leggio - che avrebbe scovato il manoscritto a Montecatini nel 2002 - e Federico Greco si sono confrontati girando nel 2004 il cortometraggio “H. P. Lovecraft. Ipotesi di un viaggio in Italia”, e nel 2005 il mockumentary “Il mistero di Lovecraft. Road to L.”. I lavori dei due autori e registi hanno catturato l’interesse di Alfredo Castelli il quale ne ha realizzato, sempre nello stesso anno, una versione a fumetti: “Martin Mystère presenta: il mistero di Lovecraft”.
Il tempo scorre, e la leggendaria visita di Lovecraft alla foce del Po continua a sedurre. Ad esserne ammaliato stavolta è stato Jet Set Roger, al secolo Roger Rossini, compositore e musicista italo-britannico stimato nel circuito rock underground. “Lovecraft nel Polesine” è il titolo del suo concept album, pubblicato nel dicembre 2016 dalla casa discografica Snowdonia. Il disco è accompagnato da un fumetto firmato Aleksandar Zograf, pseudonimo con il quale l’artista serbo Sasa Rakezic ha cominciato a farsi apprezzare sulla scena internazionale nei primi anni Novanta.
Nel presentare il disco Jet Set Roger sembra quasi voler rendere omaggio a Leggio, Greco - e Castelli - artisti che con uno pseudo-storico hanno fatto letteralmente impazzire gli amanti di Lovecraft. Jet Set Roger racconta di avere scovato in un’edicola bazar, di quelle che si trovano nei lidi ferraresi, una rivista che accenna al diario. Da appassionato lettore dei suoi racconti ha acquistato il periodico, sentendosi un poco come Martin Mystère alle prese con una delle sue scoperte sensazionali.
L’intrigante paradosso che vede il solitario di Providence intraprendere un viaggio transoceanico per visitare il Polesine simboleggia per Jet Set Roger una nuova fase artistica, un congedo dal periodo conclusosi con la pubblicazione del disco “In compagnia degli umani”. Nel concept album appena dato alle stampe lettura e ascolto si accompagnano, intrecciandosi: il cd appare un vinile dei vecchi tempi, con l’amata copertina, il libretto da divorare. Lovecraft viene ritratto come una persona desiderosa di esplorare un ambiente ben diverso da quello tipico dei viaggi di formazione: Rovigo non è Firenze, e non è Roma, ma un’esotica terra straniera. A Ruig, città veneta, è dedicata una ballata melanconica dove batteria e contrabbasso segnano i limiti all’interno dei quali il pianoforte è in risalto e la chitarra fa da contraltare. Lovecraft s’imbatte in un gruppo di giovani rampolli dell’alta borghesia, che tanto ricordano “I delfini” di Francesco Maselli. Il “fortuito incontro” è descritto da un brano che ricorda tanto le sonorità dei Beatles.
Insieme ai giovani l’esplorazione del Polesine appare a Lovecraft per alcuni giorni piacevole e intrigante. Poi… Le tavole di Zograf illustrano la corsa in macchina lungo la strada Romea. La musica incalza: “È sempre festa” con la sua Intro funky. Jet Set Roger è qui accompagnato da Pietro Zola alla chitarra, Marco Franzoni al basso e Beppe Facchetti alla batteria.
Il disco vede tante presenze importanti: Marco Pirroni, colonna degli “Adam and the Ants”, Andy Rourke, bassista degli “Smiths”, Davide Mahony dei “Sepiatone” e Giorgia Poli degli “Scisma”. La songwriter Angela Kinczly è seconda voce in “Che cosa è stato?”, pezzo in cui si distinguono la chitarra acustica ed il mandolino suonati da Matteo Mantovani, musicista che ha collaborato tra l’altro con Giancarlo Zucchi e Gatto Panceri. Giorgio Marcelli suona il basso in “Qualcosa di importante”; Marco Guerrini la batteria in “La ricorrenza”.
Il progetto artistico è indubbiamente di valore e merita di essere sostenuto.
Sara Sappino, Messina, 27 febbraio 2017
Carico i commenti... con calma