"L'Esprit d'Escalier" apre i giochi ma è solo un intro di pochi secondi in cui viene ripreso il tema principale della canzone che licenzierà il disco: evitabilissimo.
Segue e apre l'album "Holiday", cantata da Chris Cester. Il pezzo, soprattutto il ritornello, sembra uscito dalla penna dei Franz Ferdinand: soggettivo dire se sia un bene o un male.
Finalmente il decollo con il rock di "Put Your Money Where Your Mouth Is"; la voce in falsetto ricorda Matthew Bellamy dei Muse in "Supermassive Black Hole" e la canzone riporta alla memoria la frenesia eccitante di Get Born.
"Bring It On Back" parte in sordina con una dolce tastiera tintinnante e ci porta in atmosfere floydiane estrapolate direttamente dal lato oscuro di Roger Waters.
Lo scossone "That's All Lies" non dà tempo per pensare, passa e travolge tutto ma senza lasciar segni indelebili di appagamento.
E' tempo di ballate per palati sopraffini; "King Horses" e "Shine On" alzano il livello del disco da una mediocrità generale. Alcune parti di "Shine On" sembrano aver qualcosa di già sentito ma la sua lucentezza regna anche sui dubbi di copyright.
Riparte il rock senza fronzoli con "Come On Come On". La strofa nasale sa molto di Liam Gallagher (Oasis), ma la canzone è puro stile Jet. Anche la seguente "Stand Up", con sprazzi di Audioslave e Lenny Kravitz, mantiene sopra la media la qualità dell'album.
"Rip It Up" chiude il trio delle mezze meraviglie ancora con le chitarre elettriche a sommergere la pace dei sensi.
"Skin And Bones", sarebbe un buon pezzo se fosse relegato in qualche album brit-pop di metà anni '90.
Come aveva fatto Nic Cester nel finale della prima parte dell'album anche Chris sforna due meravigliose composizioni, che deliziano l'ascolto con la fusione di gentili chitarre acustiche e melodie effervescenti: "Shiny Magazine" emana i sapori degli anni '60 ed "Eleanor", cantata a due voci dai fratelli Cester, non sfigurerebbe nella discografia di Simon & Garfunkel.
Ahimè, "All You Have To Do" chiude le danze. Nonostante una strofa e un pianoforte assai accattivanti, il ritornello in stile monotonia Oasis distrugge una canzone che avrebbe meritato più attenzioni.
Dopo il fulminante esordio del 2003, i Jet si sono persi nei meandri dell'appiattimento.
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