Ho in mano la copertina del cd. Sfoglio il booklet di questo grande album che mi fa venire i brividi lungo la schiena ogni volta che lo ascolto. E vi assicuro che l'ho ascoltato tante tante, tante volte. È stato pubblicato nel 1973 in un'unica grande traccia divisa in due da un intermezzo cabaretistico. È stato poi ripubblicato nel 1998 suddividendo la suite in tante tracce separate, ma io preferisco recensire questo capolavoro non dando importanza alla divisione delle tracce."A Passion Play" è l'album più strano e controverso della discografia dei cari vecchi Jethro Tull. I testi narrano di un uomo chiamato Ronnie Pilgrim, un uomo che, dopo la morte, visita paradiso e inferno per poi rinascere.

Già dal battito cardiaco che apre, attraversa e chiude il disco, gia dalle prime note dell'album e dai primi versi cantati da Ian Anderson, si avvertono delle divergenze rispetto ai precedenti lavori dei Tull: in questo disco si perde almeno in parte l'allegria e l'ironia che avevano caratterizzato album come "Thick as a Brick", lasciando spazio ad una solennità e una drammaticità che si riscontrano in tutti i suoi 25 minuti circa. Solo l'intermezzo cabaretistico "The Story Of The Hare Who Lost This Spectacles", umoristico e recitato da Jeffrey Hammond, ha la funzione di sdrammatizzare la seriosità che pervade in tutto l'album. I personaggi di questo spezzone sono animali e la storia, che non c'entra proprio niente con il resto dell'album, viene accompagnata dal gruppo e da un'orchestra. A me questo intermezzo non piace, lo reputo l'unico neo di questa pietra miliare, ma del resto i JethroTull sono sempre stati imprevedibili.

Importante è il fatto che in quest'album diminuiscono gli arabeschi e i solos flautistici di Anderson per lasciare spazio ad altri strumenti a fiato, come i saxofoni, e a tastiere, che comunque non sono mai troppo invadenti, che impreziosiscono il lavoro superlativo di Martin Barre alle chitarre e di Jeffrey Hammond al basso. Questo lavoro è stato molto contestato sia dai fan che dalla critica, proprio per questi cambi di rotta che hanno notevolmente modificato il "Tull Sound".

Per quanto mi riguarda, "A Passion Play" è il capolavoro assoluto della discografia di questa grande band, dove si riscontra la varietà e la creatività di questo grande artista che è Ian Anderson. La loro abilità è stata quella di fondere rock, blues, progressive, folk e jazz per creare un sound indimenticabile.
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