Dunque, prima che il MALVAGIO (sto ovviamente scherzando, ha già detto che non me l'avrebbe fregata) Pibroch mi freghi anche questa rece, ho deciso di scriverla. Corre l'anno 1987, ormai il declino di grandi gruppi come i Deep Purple, i Genesis et similia è affermato, ma non tutti i grandi sono decaduti: i Jethro Tull, come conferma questo 'Crest Of A Knave', sono ancora vivi e vegeti, anche se non ancora con gli spunti di un tempo.
"Steel Monkey" è la prima canzone e, a dire la verità, non è molto bella, anzi, direi addirittura che è brutta: una specie di stanchissimo hard rock infarito di tastiere elettroniche molto fastidiose, nonostante un buon impatto chitarristico. Bah, come inizio non andiamo affatto bene... ma per fortuna ci giunge in soccorso "Farm On The Freeway", una canzone che può essere definita, ancora nell'87, progressive. Un incipit con tastiere che danno un'atmosfera fantasmagorica, un cantato decisamente non scontato (scusate il gioco di parole) ed una bella parte strumentale fanno di questa canzone una delle migliori tracce dell'album. "Jump Start" e "She Said She Was A Dancer" sono due tipici folk rock alla tull, il primo bello, anche se non eccezionale, mentre la seconda si rivela un lentone d'atmosfera abbastanza scontato e noioso (nonché, in certi passaggi, zuccheroso).
A lascirami interdetto è "Dogs In The Midwinter", canzone abbastanza carina, più che decente, fra il """"pop"""" ed il rock, assolutamente coerente, ma con qualcosa di mancante (sarà la batteria elettronica, sarà il ritmo che non mi sà per niente di Tull, sarà una certa stanchezza compositiva di sottofondo... so assai io!). "Budapest" mi toglie tutti i dubbi sull'album: è una canzone stupenda, il capolavoro del disco, con il suo riff stupendo che resta in mente in eterno, la solennità, la stessa lunghezza della canzone (10:07), la tristezza intrinseca alla canzone, che però non sfiora nemmeno da lontano lo zuccheroso, l'incedere maestoso dello strumentale... "Mountain Men" inizia su atmosfere adamantine, per poi dare il via al cantato, che si rivela epico, dopo un inizio stentato, con una compattezza assoluta fra voce e strumenti. Forse la canzone è abusata nella struttura, ma è semplicemente bella. "The Waking Edge" è, invece, una canzone piuttosto noiosa, quasi una pubblicità di biscotti, sui livelli di "She Said She Was A Dancer". Poco o nulla da dire. "Raising Steam" chiude il disco con un hard rock simile a "Steel Monkey", ma riesce ad essere almeno decente o, perlomeno, meglio sviluppato.
Cos'è, dunque, 'Crest Of A Knave' ? Un disco, molto semplicemente. I Tull riescono a condensare in questo disco svariate buone idee ben sviluppate e le cadute di stile sono sopportabili (siamo nell'87, invero), creando un album che non sarà magari un capolavoro, ma che riesce almeno a restare sull'onda.
Fuck Scaruffi.
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