L'eccelso spesso trova nella sua forma d'arte un punto in cui la venerazione è indispensabile.
"This Was", l'album d'esordio dei Jethro Tull è pura leggiadria e maestosità che ogni buon ascoltatore con un po' di intelligenza comprende fin dalla prima traccia. Anderson (voce e flauto) non manca di stupire l'ascoltatore con il suo flauto, fin dall'inizio infatti con My sunday feeling sembra che ci si possa smarrire in un mondo dove il nostro cantastorie ci immerge senza piu' farci uscire. Stiamo parlando di un album che probabilmente è difficilmente superabile, possiede brani oscuri (a beggar's farm decisamente molto sinistra nella sua atmosfera), e ovviamente una buona dose di blues (it's burning me up, a sogn for jeffrey, someday the sun won't shine for you) aiutato da un buon jazz (some alone) e solo questo basterebbe a decretarlo come un capolavoro. Ma la vera novità sta nell'introdurre il flauto come uno strumento perfettamente armonizzato con tutto il resto, ma vi è anche l'indubbio talento degli altri membri ovvero Glenn Cornick, Bunker (in Dharma for one ammutolirebbe chiunque e susciterebbe solo una grande invidia) e Mick Abrahams che influenza la band con la sua predilezione per il blues. Inoltre Anderson non manca di rimandarci indietro a Roland Kirk con la sua Serenade To A Cockoo perfettamente suonato dal suo inseparabile flauto. Si sento un piccolo retrogusto di Hard Rock che vorrebbe uscire (Cat Squirrel, Dharma for one) ma condito cosi risulta essere ancor migliore .Indimenticabile A song for jeffrey che ci regala un blues formidabile.
Una band che affascina al punto giusto e pubblica uno degli album forse piu' importanti nella storia del rock sia per il suo sperimentalismo del flauto, sia per la magnificita' dei brani che avventurano l'ascoltatore nel mondo dell'incredibile. Unico e Straordinario, se questo era (this was) speriamo che ritorni presto.
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