Avete presente i primissimi Mudhoney? Avete presente i Supersuckers di "The Smoke Of Hell" ? Avete presente il garage revival degli anni '90? Ok, la smetto.
Mi trovo tra le mani uno strano dischetto, opera prima di una formazione ancora una volta italiana e una copertina...ma l'avete vista? Sembra una produzione punk 'n' roll giapponese!
Appurato che non esistono legami di parentela tra i nostrani Jet.Sons e gente come come Teengenerate o Guitar Wolf, mi appresto ad ascoltare la proposta di questi perfetti sconosciuti.
Oddio, a voler essere onesti un paio di informazioni sul loro conto , provenienza geografica a parte, ci sono. Si tratta di una band garage, già scritto, ai tempi sotto contratto con la Toast Records. Era il 1998.
Se i Jet.Sons sono attivi o dissolti non mi è dato saperlo. In questo senso, mi appello a voi e alle vostre infinite conoscenze nell'underground italico.
Il disco si apre con le note della devastante "Weekend". I fantasmi di Mark Arm, dei Sonics e quello del giovanissimo Kurt Cobain (periodo "Bleach") si materializzano. Pezzo diretto, viscerale e certamente trascinante.
Si prosegue con "Monsters", che è un altro scossone elettrico di intensità non indifferente.
"Toy" è contraddistinta da un approccio "scazzato" e leggermente nirvaniano.
Con "Last Another Time" ci si muove su simili coordinate. In "Mother's Nature Son" le note sono poche e ben calibrate. Brano claustrofobico e certamente diverso da tutti gli altri.
Dopo altre due tracce, sempre rozze e cazzute, giungiamo alla fine di questo breve viaggio nelle viscere del rock 'n' roll. "Wonder Potion" non aggiunge nulla di nuovo, ma ribadisce chiaramente quella che è la linea del gruppo. Almeno da un punto di vista musicale.
Un disco non indispensabile ma certamente piacevole per chi ama il lato più ruvido e grezzo del rock 'n' roll. Una promessa dell'underground italiano purtroppo finita nel dimenticatoio. E ancora una volta l'incazzatura cresce.
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