Le storie ad incastro stanno pian piano diventando una nuova frontiera del cinema moderno. Prendete Crash di Paul Haggins, Babel di Inarritu, il melodramma The burning plain di Guillermo Arriaga. Tutti esempi di storie che si intrecciano e che attraverso un filo conduttore ritornano di continuo. "The Air I Breathe" (uno dei pochi film che non ha cambiato il suo titolo una volta approdato in Italia) è l'ennesima riprova di questa storia ad incastri. Diretto da Jieho Lee, di chiare origini sudcoreane, il regista si avvale di una cast di assoluto rispetto per raccontare una storia abbastanza disconnessa.

Il cinesta parte da un proverbio cinese secondo cui la vita si divide in quattro "sezioni": felicità, piacere, dolore e amore. Ognuno di questi quattro momenti ha un suo protagonista principale.

La felicità è quella parte della vita in cui Lee sceglie come protagonista Forest Whitaker, che alla prese con una scommessa sbagliata per una gara di cavalli, è costretto a lottare contro un malavitoso che si fa chiamare Dita (Andy Garcia, l'unico personaggio che ritorna in tutte e quattro le parti del film).

Il piacere racconta una parte della vita di un aiutante di Dita. Un uomo (Brendan Fraser) che ha il dono della prevvegenza e per questo riesce a salvare Tony (Emile Hirsch) nipote del gangster.

Il dolore è invece rappresentato dalla pop star Trista (Sarah Michelle Gellar) che nonostante la fama non riesce a vivere la vita che vorrebbe e trovata l'anima gemella finische subito con il perderla.

Infine l'amore si incarna nella figura di un dottore (interpretato da Kevin Bacon) che si troverà nella difficile situazione di dover salvare una vita affidandosi ad altri...

"The Air I Breathe" è un'opera complessa proprio per la struttura con cui è stata pensata. Il film scorre via bene, a tratti davvero molto coinvolgente ma perde credibilità nelle ultime sequenze. Se nella prima ora Jieho Lee aveva creato un'atmosfera metropolitana in parte "distesa" e in parte frenetica (grazie anche all'utilizzo del flashback), nelle ultime scene, purtroppo, si scade nella banalità. Un Kevin Bacon che si improvvisa supereroe, una borsa piena di soldi che finisce stranamente su quella macchina...

Insomma un film che parte bene ma che perde credibilità con il passare delle scene. La base era molto buona e ne poteva venir fuori davvero un ottimo film. Peccato per delle scelte campate un po' in aria, che vanificano anche il buon lavoro svolto dal cast.

"Qualche volta le cose che tu non puoi cambiare finiscono per cambiare te".

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