Jim Jarmusch è uno di quei registi con uno stile inconfondibile, le cui storie sono sempre riconoscibili: apparentemente senza trama, con personaggi che vagano per le città, incontri che li toccano per qualche minuto senza fermare il loro cammino, dialoghi botta e risposta, che rimandano ad altre storie, altre esperienze che potrebbero essere parte del film stesso. E’ un tessuto ricco di particolari, un cinema delle piccole cose, ma in chiave erratica e underground.

Only Lovers Left Alive è una metafora stessa del concetto di underground. Perché quale personaggio può esserlo più di un vampiro del XXI secolo? Una canaglia romantica con tendenze suicide, nelle parole di Cristopher Marlowe, anche lui ora vampiro che vive fra le suggestive stradine di Tangeri.

Adam ed Eve sono i due protagonisti: due vampiri sposati da secoli, che vivono rispettivamente a Detroit e Tangeri. Ricchi, affascinanti, eruditi, eleganti, misteriosi, sono il più radical chic possibile, ma rappresentano in pieno la figura romantica e misteriosa del vampiro presente nell’immaginario collettivo declinata in versione contemporanea. Adam è un musicista, si trastulla nel suo appartamento di periferia, dove suona chitarre d’epoca e sintetizzatori, evita la compagnia notturna, e la sua tristezza, che attribuisce alle condizioni in cui il mondo versa a causa degli zombie, Eve la attribuisce alle sue vecchie frequentazioni di Byron e Shelley. Accompagnati dalla musica di Jozef Van Wissem, Adam ed Eve si muovono lentamente, danzano, si incontrano: e la macchina che sfreccia nella notte lungo le strade di Detroit ricorda un po’ il ‘vecchio’ Jarmusch, con personaggi sicuramente meno nobili che proseguono lungo la loro strada. I vampiri contemporanei e il mondo della musica si incontrano: il vampiro è musicista underground, che evita le feste e la compagnia dei suoi simili (e non), a metà strada fra eterna sofferenza e senso di superiorità.

I vampiri sono essere sovrannaturali, che posso condividere solo con pochi simili la loro diversità, e la loro dipendenza: il sangue, ovviamente. E in Only Lovers Left Alive, questo li rende più che mai simile a dei drogati, con una dipendenza anche più forte e impossibile da colmare, alla ricerca di una dose per sopravvivere. Adam ed Eve non uccidono più gli umani per placare i loro appetiti, si procurano sangue (solo della migliore qualità) per vie traverse. Ma Ava, sorella di Eve, non riesce a controllare facilmente la sua sete, nonostante, come le ricorda la sorella, sia pericoloso cibarsi con quello che capita, data l’alta concentrazione di sostanze contaminanti presenti nel sangue degli sconosciuti (soprattutto di chi lavora nell’ambiente della musica). Una metafora dei rapporti non protetti in chiave vampiro-umano,

Senza sangue nemmeno Adam ed Eve possono sopravvivere a lungo, ma i due amanti non vogliono morire. Fra le strade di Tangeri, assistono ad una meravigliosa esibizione di una cantante locale, ed Adam ribadisce il credo fondamentale dell’underground: speriamo che non diventi famosa, è troppo brava per esserlo.

Jim Jarmusch famoso lo è diventato, ma il suo cinema rimane sempre l’emblema del cinema underground americano. E in Only Lovers Left Alive, quella che disegna è una rappresentazione tacitamente ironica di due bohémien sull’orlo della decadenza. E per favore, non chiamatelo horror.

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