Jim chi?!?
Se il nome non vi dice nulla dirigetevi alla traccia numero cinque, magari si accende qualche lampadina: il brano "Eany Meany" era usato in uno spot (credo fosse dell'Adidas) in cui bambini e campioni affermati giocavano al calcio in un campetto di periferia. Non credo che questo fatto abbia aiutato il nostro a sfondare, ma tant'è...
Ironica, un po' psichedelica, un po' omaggio all'easy listening anni '60, un po' magica. Totalmente pop. Ecco in poche parole la musica di Jim Noir, venticinquenne inglese di Manchester, che in questo suo esordio se la suona e se la canta totalmente da solo riuscendo senza farcelo pesare a mischiare suoni ben collocati temporalmente (sostanzialmente gli anni '60 inglesi) con schegge elettroniche moderniste in un connubio che è zucchero per le orecchie. Non c'è un suono sgraziato in tutto il disco: è tutto perfetto, un po' circolare, ma perfetto. Ed in perfetto stile easy listening le liriche sono semplici, i ritornelli ficcanti e ostinati (vedi l'iniziale "My Patch", irresistibile), tutti velati di una ironia sorniona che ti fa stare bene. Tutto qui? No di certo. Ammetto che il disco ha alcuni cali di tensione ("How To Be So Real", "Turn Your Frown Into A Smile", "Tower Of Love" che parte e ti vedi un Mastroianni depresso che cammina per strada in "Divorzio all'italiana"), che sono più peccati veniali che altro, e non so quanto regga il confronto col tempo muovendosi in territori sonori già abbondantemente inflazionati, ma il lavoro presenta alcune gemme da non perdere.
Prendete ad esempio "I Me You I'm Your", con quella sua batteria beat, gli impasti vocali beatlesiani e quel testo ruffianissimo: "I'm confused, I've got words I'd like to use/But they've all been said before/So I'm gonna use them all/I, me, you, I'm your". Molto bella "Key Of C", che con organetto, sintetizzatori e batteria elettronica "in tempo variabile" è un sogno che tutti vorrebbero ballare nel dancefloor. Ci sono poi molte ballate che pagano pegno ai Beatles ed ai Beach Boys (vedi ad esempio "Turbulent Weather", la già citata "Turn Your Frown Into A Smile") presentando impasti vocali, controcanti, coretti. In definitiva un disco di cui se non riconoscete le influenze sonore apprezzerete la carica innovativa e la cifra stilistica, mentre se tutto vi sembrerà già sentito non potrete non rendere conto a Jim Noir di averci provato senza assolutamente sfigurare.
Consigliato se vi piace Badly Drawn Boy.
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