Conobbi alcune delle canzoni di questo disco quando ancora mi stavo appassionando alla musica, a circa 15 anni. Erano "Lady Luck", "Tijuana", "Change Your Mind" e "River Boat Song" e credo mi siano entrate nel cuore, in particolar modo la prima, forse la più bella del disco. Solo recentemente ho avuto modo di ascoltare l'album nella sua completezza ed ora è uno di quei dischi che porterei sull'isola deserta. Non sono un intenditore di J.J. Cale, conosco giusto il Best dei suoi classici del passato. È un autore del vecchio stampo, una scorza dura. Travel-Log, del 1989, ne evidenzia un lato un po' diverso, forse un'originalità ritrovata, una nuova vena produttiva. È fatto di arrangiamenti che spaziano dal rhythm&blues, al folk, a melodie spagnoleggianti. È soprattutto la presenza delle chitarre e di splendidi arpeggi a caratterizzare questo disco.
Meravigliose quando sono acustiche ("Lady Luck", "End of the Line", "Change Your Mind", "River Boat Song"). Altre volte di un fine suono elettrico, dosatamente sporco, e gli arpeggi e le ritmiche continuano a parlare con voce propria ("Shanghaid", "No Time", "Disvantage"). Si aggiungono armoniche, violini, tastiere ed una costante, sprizzante batteria. Il blues si tinge con ballate folk ("New Orleans") e fraseggi spagnoleggianti ("Tijuana"). È davvero uno splendido disco, gradevolissimo. Lo consiglio a tutti coloro che amano la chitarra.
Malcolm1985
Carico i commenti... con calma