Quando Joan mesi fà in 'Anyone' mi diceva che non avrebbe pianto, che solo il fluttuare di una piuma poteva esprimere come si sentisse con lui e di quanto fosse 'I'm ready to start to be ready', io neanche potevo immaginare che poi così sarebbe stato. Che arrivati i Wilco di 'Jesus Etc.' qualcuno avrebbe 'Trying To Break Your Heart'...

Quando Joan cantava mesi fà della sua 'Real Life' con la voce avvelenata di gioia, con una poesia e un incanto senza tempo, con il suo piano e il suo violino a piangere con lei, tutto era diverso. Io lo ero. Lei lo era. Ora nel 2008 è tornata la poliziotta. Splendida sedicente poliziotta, con la sua voce di burro e mandorle, con un lavoro dolorosamente raffinato, nudo, per nulla immediato ma caldo e coinvolgente come l'estate che si sta preparando. 'To Survive' esce in questo giugno di sorprese e torpori. Si schiude piano, delicatamente ti tocca ('Honor Wishes'), ti prende per la schiena dolce e doloroso, per i polsi ('To Be Loved'), ti guarda dentro ('To Be Lonely'), si fa spazio accanto a te su una panchina dimenticata nel fresco della sera. Cautamente ti respira vicino, ti sorride, ti parla ('To Survive') e ti entra garbato sottopelle scoppiandoti dentro, ma piano e inizia. 'To Survive' è un lavoro maturo e sinuoso che sà parlare sottovoce delle tue gioie momentanee, delle tue serenità ('Holiday'), delle tue piccole paure ('To Survive'), così come della bellezza di riscoprirsi di nuovo vivi ('Magpies'). E' un album sofisticato e intenso, a metà strada fra il pop-soul più delicato e il migliore jazz-folk americano al quale la Wasser ci ha già abituati bene (bellissima 'To America' con un finale corale e caldo fuori dalle aspettative e con la partecipazione alla voce di Rufus Wainwright). Elegantissimo, per niente istantaneo, a differenza del precedente album va scoperto con passione, con pazienza. Va esplorato nei dettagli dei suoi fiati curati ('To Be Loved', 'Magpies',' To America'); nel piano liquido di 'Honor Wishes'; nelle chitarre folk di 'Hard White Wall' abbinate alle scie elettroniche di 'Furious'. Va amato ed esplorato nei violini dolenti di Joan, nei cori perfetti e puntuali della splendida ed eterea 'Start Of My Heart', nei testi profondi ed intimi o ancora, in quella voce morbida e sensuale, dolente e cremosa che fa innamorare.

Dieci piccoli meravigliosi momenti da concedersi tra arrangiamenti e melodie perfette quando l'aria, rarefatta, sembra fermarsi nei portoni chiusi per scaldare corpi abbandonati e furtivi alla ricerca dell'ombra della sera o di 'Gardens Of Delight'. Un disco nel quale le presenze illustri (Rufus Wainwright e David Sylvian) non fanno che impreziosire una bellezza musicale che brilla già da sola. I pezzi si snodano placidi e morbidi su un tappeto di note ricercate e bellissime. Ammaliano, conquistano per la loro eleganza ('Honor Wishes', 'To Be Lonely'), rapiscono per il loro sapore di vita e morte (Joan ha perso la madre quest'anno ed insieme a lei ha combattuto contro la sua malattia terminale durante la registrazione del disco), rafforzano per il loro messaggio di vita nel momento in cui è la vita stessa a spingerti avanti.

Quando Joan mesi fà in 'Anyone' mi diceva che non avrebbe pianto, sapeva che non lo avrebbe fatto. Forse già immaginava quante cose sarebbero passate. Forse pensava a quando di fronte all'amore e ai cambiamenti, da sola, avrebbe trovato la forza; quella delle parole più dolci, della musica più terapeutica, dei sentimenti più puri, delle emozioni più grandi per fare quello che a volte è tanto difficile quanto naturale: 'To Survive'.

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