Provate a immaginare un disco perfettamente inutile. Bene, questo è il caso di "Any Day Now". Le vittime di turno sono le canzoni di Dylan ovviamente. Joan Baez, durante la sua carriera, raramente ha composto canzoni. Siamo nel 1968. La Baez continua a mettersi in gioco come attivista mentre il nostro Bob ha gia composto un infinità di canzoni di altissimo livello. Il materiale quindi c'è, e si ha l'imbarazzo della scelta. Aggiungiamoci un innamoramento ossessivo e martellante da parte di lei. E voilà. Il patetico tributo è pronto. Le canzoni sono tra le grinfie della grazia mielosa della Baez.

Capolavori come "Love Minus Zero/No Limit" vengono cantati come fossero ninna nanne. "You Ain't Going Nowhere" musicalmente suona abbastanza bene ma si perde tutta la verve ironica della versione originale. "I Pity The Poor Immigrant" proveniente da "John Wesley Harding" perde tutto il suo sapore sincero e la piacevole narrazzione della versione originale è solo un ricordo lontano. Lo stesso discorso vale per "I Dreamed I Saw Saint Augustine" e "Dear Landlord". "Drifters Escape" come se non bastasse è torturata da una batteria eccessiva che cerca disperatamente di rendere meno noiosa l'interpretazione della Baez. Ma il peggio deve ancora arrivare. "Tears Of Rage" infatti diventa una patetica passerella per la voce della Baez. Una vera pacchianata. Ma Joan va fiera della sua voce e della sua grazia. Infatti per "toccare" una canzone come "Sad Eyed Lady Of The Lowlands" ci vuole veramente tanto coraggio. "Love is Just a Four Letter Word" è il pezzo migliore del disco. Infatti non può essere paragonata con la versione del maestro. Mai registrata. E per finire ecco "One Too Many Mornings" che perde tutta la delicata malinconia della versione originale.

Insomma questo è veramente un bel disco da sottofondo. Niente di più.

Carico i commenti...  con calma