Sull'esordio dei Joan Of Arc - era il novantasette - la redazione di hornyBBW è unanime: ogni appassionato di emo è obbligato a passare da qui.
Intanto perché è l'ideale metà strada - anche cronologico - tra la fine dei Cap'n Jazz e l'inizio degli American Football. Più spostato - anche cronologicamente - verso i secondi, in verità: leggi nell'arpeggio e nei rintocchi di armonici naturali di Count To a Thousand, sette minuti di dolce andare da nessuna parte su un tappeto di effectron, con vane promesse di esplosioni, crescendo appena sussurrati. Il post-rock è stato anche questo e gentaglia come gli Explosions in the Sky sembra aver recepito, pure se a farne la caratteristica esclusiva della propria poetica, ha pagato le spese in noia. I Joan of Arc sono stati sì anche questo, ma non solo questo.
Poi perché Tim Kinsella ha l'innata vocazione - proprio in senso stretto, vocale - all'emotività melodica e cantilenante: la sua voce si rompe sempre e da sempre spontaneamente. Questo è quanto dei Cap'n Jazz troverete in A Portable Model Of, che dell'hardcore emo di fine anni ottanta non reca altre tracce.
Anche perché se vi infastidisce che gli American Football la tirino sempre per le lunghe, ma vi piacciono, potrete trovarli tutti nel minuto di I Was Born. Potrete trovare anche Mike Kinsella, in Caliban e qui è là alla batteria e alla chitarra: se a maggio sarete tra i fortunati a volare in Inghilterra, vi farà piacere saperlo.
Per i nostalgici di Beverly Hills novantaduecentodieci e delle magie del Chino e di Pippo Maniero nel mitico Venezia in A, quegli inserti elettronici così naif tra un arpeggio e un incedere che si arrotola su se stesso - sentire la magistrale The Hands che contiene, tra l'altro, qualche memorabile urlata - sono da aggiungere alle pagine del catalogo Non si esce vivi dagli anni novanta, insieme al tetris in copertina. Tipo il cinguettio inspiegabile sull'ermetica e slintiana Anne Aviary, il qualcosa che accompagna l'irresistibilmente orecchiabile How Wheeling Feels: roba per cui oggi qualsiasi produttore ti riderebbe in faccia. Roba che fa comunque più o meno sempre parte dell'immaginario Joan of Arc e che troverà il culmine dall'assurdo in The Gap, disco di qualche anno dopo.
Ancora, perché se siete bassisti, volete suonare cose così e vi serve un riferimento, in Sam Zurick troverete il migliore: mai troppo, mai troppo poco, il suo è un perfetto labor limae che non a caso accompagna le fortune di casa Kinsella dai Cap'n Jazz all'ultimo degli Owls.
O per quel lirismo surreale e ingenuo che non troverete altrove: too smart to be a postar, not smart enough not to be.
E perché Let's Wrestle è una delle canzoni più belle dell'emo tutto, su questo c'è poco da argomentare.
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