Quest'album viene pubblicato nel '95, ottenendo un discreto successo, incluse diverse nominations alla cantante ai Grammy Awards. Effettivamente, oltre alla stupenda "One of us", emergono delle canzoni di genere country ben fatte nei testi e nelle melodie che riescono a catturare, sicuramente perché si distanziano leggermente dalla tipologia musicale, sposata invece benissimo con l'intonazione di Joan Osborne, e avvicinandosi ai Cramberries di "No need to argue".
Andando per ordine l'album apre con "St. Teresa", nominata ai Grammy assieme a "Spider Web", dalla bella melodia diramata da arpeggi di chitarra e mandolino, in sincronia al basso sonoro di cui la voce sembra la trasfigurazione. Dopo questa bella canzone segue una cover di Bob Dylan dai brevi assunti tristi del tipo: "One, two... There are no mistakes in life some people say, It's true sometimes you can see it that way, People don't live or die, people just float, She give her heart to the man in the long black coat".
A questo punto l'album si vivacizza un po', col blues di "My Right Hand Man" la cui versone originale appartiene a Captain Beefheart, dall'intonazione sciatta e ripetitiva nelle strofe. "Pensacola" è lenta come le precedenti, mantenendo tuttavia l'inflessione cantilenante, resa pregevole dalla bella intonazione, dai vocalizzi e dagli strumenti che seguono un'andatura blues sorniona: molto bella.
"Dracula Moon" è un altro pezzo vivace, non nei testi dall'aroma agro e sardonico, ma estroso, che evapora assieme al blues nella successiva "One of us" a mio giudizio una delle canzoni più belle di sempre: stupendo l'assolo di chitarra; stupendi i testi che tentano di ipotizzare quali potrebbero essere le sembianze di Dio se fosse qualcuno che si potesse incontrare nella vita di tutti i giorni.
Le canzoni seguenti riprendono il blues-folk, e i testi che in "Let's Just Get Naked" si fanno più languidi ancora. Mentre "Crazy Baby" riprende la melodia soft-rock con dei testi romantici sconsolati ma pittoreschi e surreali.
La canzone di chiusura è carina, la più lenta con dei testi ancora rivolti alla teologia.
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