Chi ha creato il tango? Sappiamo che è nato in argentina nell'800 dall'incontro di culture differenti (spagnoli, italiani..), ma non c'è un artista che possa essere indicato come padre fondatore. Forse, a parte gli argentini, solo Paolo Conte si sarà chiesto quale oscuro personaggio, perso nella nebbia dei tempi, avrà alterato per primo il tempo di una milonga. Ma chi avrà inventato il rock'n roll. Forse Bill Haley? Sarà stato un musicista proveniente dal boogie-woogie o dal country & western? E chi è stato il primo musicista cool jazz? Miles Davis? Gerry Mulligan? E il primo che ha suonato free-jazz? Ornette Coleman o Albert Ayler? E Cecil Taylor? Adesso cambiamo territorio. Il primo gruppo punk sono stati davvero i Ramones? E i Dictators? E gli Stooges e, prima ancora, tutti quei gruppi garage degli anni '60 (quelli, per intenderci, delle raccolte "Back from the grave")?

C'è però una domanda alla quale possiamo rispondere con assoluta sicurezza. Chi ha inventato la bossanova? Facile, Joao Gilberto! Quest'uomo straordinario negli anni '50 camminava in mezzo agli altri, proiettava come tutti un'ombra sul muro, ma aveva nella testa un ritmo ed un suono che nessuno prima di allora avrebbe mai potuto immaginare e che dagli anni '50 avrebbe ossessionato buona parte dell'umanità. Miles Davis, dopo averlo ascoltato cantare, disse che sarebbe stato musicale anche se avesse letto l'elenco telefonico. Caetano Veloso nel suo "Verità tropicale" scrive che, dopo "Chega de saudade", Joao Gilberto divenne il suo "primo riferimento - oltre a essere la fonte principale di fruizione estetica", anch'io da tempo ho fatto della musica di Joao il mio parametro di bellezza e ovviamente da allora poche cose mi sono sembrate davvero belle. Della discografia, per la verità alquanto scarna, di Joao Gilberto sentirei di consigliare "Amoroso & Brasil" perchè esso racchiude due dischi in uno.

Il primo, con la splendida e mai invadente orchestrazione di Claus Ogerman, vede il Sommo alle prese con un repertorio eterogeneo ed internazionale e stupisce come Joao divenga il compositore di tutto ciò che suona. "'S wonderful", dopo il suo trattamento, puà dirsi ancora una canzone dei signori Gershwin? E Bruno Martino non si sarà sentito usurpato della paternità della sua "Estate"? Di queste otto canzoni il vertice è a mio parere rappresentato dall'ultima. L'elaboratissima interpretazione di "Zingaro" deve chiaramente essere stata il risultato di uno studio sovrumano, eppure -e questo ha dell'incredibile- sembra prodotta dal Nostro con estrema leggerezza. Il successivo "Brasil", un disco in cui Joao riceve i suoi devotissimi discepoli, i tropicalisti Veloso, Bethana e Gil (guarda caso, come lo stesso Joao, tutti baiani), è sicuramente uno dei dischi più belli della musica brasiliana e, conseguentemente, della musica popolare tutta. Dall'iniziale "Aquarela do Brasil" sino all'ultima "Cordeiro de Nana" si è letteralmente travolti dalla bellezza.

L'incontro tra i giovani rivoluzionari della musica brasiliana e l'allora già attempato genio della bossanova sfocia in una samba tutta baiana (nella quale -occorre segnalarlo- la splendida voce di Caetano Veloso ruba la scena a tutti, sorella compresa) perchè solo in Brasile, direbbe James Hillman, il puer si riconcilia sempre con il senex e, se muore Orfeo, c'è subito un altro bambino che prende il suo posto e fa sorgere il sole.

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