Ecco un bootleg che avrò ascoltato un milione di volte: il primo cd e la prima canzone del secondo riportano un memorabile concerto tenuto dalla band di Satriani nel 1988, mentre il secondo cd contiene la registrazione del bellissimo concerto tenuto dalla Mick Jagger Band (con Satriani alla chitarra) a Tokyo poco tempo prima.
Entrambi i concerti sono fantastici, tutti e due per motivi diversi.
Senza dubbio il concerto di San José è più emozionante: Satriani attraversava un momento magico, si divertiva come un pazzo a suonare la musica che aveva sempre amato insieme ai suoi amici, il suo disco (più che di disco bisognerebbe parlare di capolavoro), "Surfing With The Alien", stava per diventare un vero e proprio caso, trasformandosi in uno dei dischi strumentali più importanti di tutti i tempi. Sembra impossibile ma questo cd riesce a trasmettere in pieno l'atmosfera di festa che si respirava ai concerti di Satriani di quei tempi (atmosfera che comunque è sempre rimasta tale), con la gente che si divertiva alla grande ascoltando della gran bella musica.
Tutti i pezzi sono eseguiti con un feeling incredibile: Joe non si preoccupa di eseguire con precisione ogni passaggio, ma si lascia trasportare dall'energia e dall'emozione, e il risultato finale è travolgente. Il suono della sua chitarra è caldo, sporco, corposo, grezzo, di un'intensità e di una gioia impressionanti. "Ice 9" è devastante, con quel riffone distorto a metà strada tra il rock e il jazz; "Midnight" è sublime, con Satch che si lascia andare ad un volo pindarico che alla fine lo riporta a terra; "Hordes Of Locust" potente e massiccia; "Echoes" ipnotica; "Crush Of Love" fresca, gioiosa. Arriva poi il momento di "Always With Me, Always With You": inutile sprecare parole per questo pezzo, un piccolo capolavoro, essenziale, asciutto, discreto, perfetto. Satriani va a pescare le note in fondo al suo cuore emozionando tutti, quelli che hanno avuto la fortuna di assistere a quel concerto e noi che possiamo rivivere quelle emozioni.
Arriva poi il momento delle cavalcate finali, con una delirante "Satch Boogie" e con "Surfing With The Alien" (all'interno della quale Satch trova il tempo di inserire un frammento di "Birdland" dei Weahter Report), un scheggia impazzita di energia e di gioia che si fondono insieme per trasformarsi in musica.
Il cd è finito ma il concerto no: c'è ancora tempo per ascoltare un bell'assolo di basso di Stu Hamm e la mistica "Lord Of Karma". A queso punto il concerto è davvero finito ma no c'è tempo per riprendere fiato perché inizia subito un altro concerto. Ecco infatti che parte il riff più bello della storia del rock: sulle note di "Honky Tonk Woman" uno speaker annuncia l'entrata in scena di Mick Jagger, e il pubblico di Tokyo esplode. Del resto quella era la prima volta che Mick Jagger si esibiva in Giappone, visto che i Rolling Stones hanno suonato per la prima volta nel paese del Sol Levante soltanto il 14 febbraio 1990 al Tokyo Dome.
Mick Jagger dicevamo: il cantante dei Rolling stava portando in tour il suo secondo disco solista e per l'occasione aveva messo su una band favolosa. Joe Satriani alla chitarra solista (scelta molto coraggiosa, visto che Satriani allora non era ancora un nome noto al grande pubblico) aveva sostituito Jeff Beck, che dopo aver suonato in Primitive Cool aveva pensato bene di abbandonare Mr. Jagger per il tour (a quanto pare i due non si sopportavano proprio); Jimmy Rip alla chitarra ritmica; il talento di Simon Phillips alla batteria e quel genio del basso che risponde al nome di Doug Wimbish (bassista dei Living Colour). Il risultato è strepitoso, una vera libidine.
Quando poi sale sul palco Tina Turner per "Brown Sugar" e "It's Only Rock & Roll" è il delirio! Tutti i musicisti sul palco suonano in maniera divina, senza mai strafare e assecondando Mick Jagger, che troneggia su tutto e tutti con la sua voce inconfondibile (una della pochissime voci maschili che riesca a trasmettere una carica di sensualità incredibile anche agli altri uomini).
Una parola su Satriani va comunque detta: il tour con Mick Jagger per lui rappresentava l'occasione della vita, visto che aveva la possibilità di farsi notare da tutto il mondo e non soltanto dagli specialisti della chitarra (che comunque continuavano a ritenerlo troppo complicato, troppo "chitarristico") e Satch supera l'esame alla grande, dimostrando di essere un musicista tout court e non un semplice chitarrista. Da grande fand dei Rolling Stones e di Keith Richards cerca sempre di suonare in maniera sobria i pezzi storici degli Stones, senza mai strafare ma anzi lasciando emergere il suo gusto e la sua sensibilità in ogni piccolo particolare. Non a caso Mick Jagger rimase colpito molto favorevolmente da Satriani, tanto che i due sono rimasti molto amici e anzi, Jagger si era perfino offerto di suonare l'armonica in "Joe Satriani", cosa che poi non è avvenuta per mille problemi "tecnico-geografici". Ma questa è un'altra storia...
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