Un surreale ed imperturbabile Jean Pierre Leaud (l'indimenticabile Antoine Donel nelle pellicole di Truffaut) acquista un paio di occhiali da sole per una sterlina alla bancarella di Aki Kaurismaki nel meraviglioso film "Ho affittato un killer". In sottofondo partono le note di una chitarra strimpellata da un tipo su una  pedana all'interno di un pub. Il locale è immerso nella penombra del pomeriggio londinese e non riesce a nascondere il rumore del traffico dalla strada, dentro vi ronzano le solite mosche da bar che vivacchiano con il sussidio di disoccupazione appiccicandosi agli sgabelli e alle poche panche addossate alla parete.

Il tizio sul palco ci dà dentro accompagnato da un percussionista: "Some dreams are made for children... But most grow old with us..." canta con la sua voce difficile da catalogare. Dietro di lui  una foto di Elvis attaccata alla finestra e a lato sulla lavagna è disegnata una stella a cinque punte. Il  ciuffo da ribelle rockabilly sventola ad ogni accordo di chitarra. Nel film Jean Pierre non avendo il coraggio di suicidarsi ha affittato un killer per farsi uccidere, ma ha appena conosciuto l'amore e poff!...ha cambiato idea: vuole vivere.

Ordina una birra e ascolta la canzone ammaliante come una nenia: "...Burning lights in the desert... Such a sign only you would know" dietro gli occhiali scuri appena acquistati per nascondersi cercando di  sfuggire alla condanna che ha firmato con le sue stesse mani. Le dita di Joe scivolano sulla Fender scorticata e abbellita dallo sticker "TRASH CITY", una moto sferraglia dalla strada: "...Now I can see the writing...you are the last of the buffalo".

E' un attimo, Jean Pierre si scuote alla vista dei due uomini che potrebbero risolvere la sua disperata situazione e si fionda fuori dal pub per seguirli. All'interno lo strimpellatore continua: " Sometimes I pull over...When I realize I' ve left no trace".

No Joe, l'hai lasciata la traccia, in tutti noi che amiamo il rock quello vero, quello al di là delle mode e dei generi, quello per cui basta una chitarra e dei bonghetti per farti stare fermo ad ascoltare anche quando sei nei guai fino al collo per poterti permettere un lusso simile. Questa canzone scritta con Shane Mc Gowan non la troverete pubblicata nei suoi dischi ufficiali perchè è un cammeo in un filmetto straordinario che parla di solitudine ma anche della speranza che il miracolo accada.

Credeteci.

Carico i commenti...  con calma