Ci sono dei principi che non si possono trasgredire. E questa si chiama moralità.
Ci sono alcuni principi che si trasgrediscono volontariamente pur sapendo che farlo è male. E questa si chiama im-moralità.
E infine c’è il mettere se stessi davanti ad ogni principio morale. E questa si chiama amoralità (o egoismo, se preferite).
Tre etiche per tre personaggi banali: un vecchio saggio dall’aria triste, ormai stanco di questo paese; un inquietante capellone; un viscido baffuto che decide il bene e male a seconda del senso di colpa.
Si inizia male. Si continua peggio. Una banale valigetta. Un banale inseguimento. Niente parole. Niente musica. E tu che ti domandi impaziente: quando comincia il film?
Poi, dopo due ore di sbadigli, mentre vedi il cattivo allontanarsi e farla franca, la verità ti appare più grande e splendente del sole. Santo e criminale vincitori; egoista perdente e senza Paradiso. Con il volto gelido a condannarlo all'inferno citando alla perfezione il Vangelo: “Ha pensato solo a salvare se stesso”.
Proprio quel volto gelido al quale, poco dopo l’inizio, è stato afffidato il compito di darci la morale: SCEGLI!
Meglio cuore di pietra che senza cuore.
Ma un attimo: questo ce lo aveva già detto il saggio maestro dagli occhi a mandorla che abbiamo tanto amato da bambini:
“Daniel San,
Se cammini a destra, bene.
Se cammini a sinistra, bene.
Se cammini al centro della strada, prima o poi crac”.
Una domanda tentatrice si fa capolino: il più grande di sempre?
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